MILANO – Mario Monti, uomo di mercato, spezza una lancia in favore della Fiat. All’indomani del vertice a Palazzo Chigi con l’amministratore delegato del Lingotto, Sergio Marchionne, e col presidente, John Elkann, il premier coglie l’occasione per dire – davanti agli oltre tremila industriali associati a Confindustria, riuniti in occasione dell’ultimo discorso del presidente uscente Emma Marcegaglia – che ”chi gestisce Fiat ha il diritto e il dovere di scegliere per i suoi investimenti e per le localizzazioni piu’ convenienti”.
Il Professore, pur ammettendo che il legame storico tra l’Italia e il gruppo torinese non ”sempre e’ stato sano”, ha quindi rimarcato che ”forse darebbe soddisfazione ad un politico di vecchia maniera poter dire: ho insistito affinche’ la Fiat continui a sviluppare investimenti in Italia”. Ma il vento e’ cambiato e il Governo preferisce suggerire che Fiat ”non ha nessun dovere di ricordarsi solo dell’Italia”. E questo perche’ Monti, quando parla di aziende, e’ convinto che le ”tre cose” fondamentali sono: ”produttivita’, flessibilita’ e, soprattutto, rispetto: il Paese – ha detto – puo’ esigere molto ma deve anche rispettare”. Le parole di Monti sembrerebbero essere state digerite dal ventre di Confindustria, nonostante le attuali frizioni legate al divorzio tra il gruppo di Mirafiori e l’associazione di Via Astronomia, mentre al leader della Cgil, Susanna Camusso, non sembrano essere andate giu’: ”Come abbiamo detto tante volte, il Governo dovrebbe provare a capire cosa vuole fare davvero Fiat e non mi sembra che dalle cose dette da Monti siamo in questa condizione”.
Il grande timore dei sindacati e’ legato, infatti, alla possibilita’ che Fiat, decida di spostare la produzione di alcuni modelli all’estero. Un tema che, secondo indiscrezioni, potrebbe essere stato trattato nel corso della riunione di venerdi’ a Palazzo Chigi. Al riguardo il ministro del Lavoro, Elsa Fornero, ha avuto modo di spiegare che il Governo ha ricevuto ”rassicurazioni” dalla Fiat per il mantenimento dell’attuale piano di investimenti e la permanenza degli stabilimenti in Italia.
Per il segretario generale della Fim Cisl Giuseppe Farina. la Fiat ”ha giocato un ruolo molto importante per questo Paese. Per quello che riguarda le scelte le ha gia’ fatte decidendo di investire in Italia, ha fatto accordi con i sindacati e si e’ impegnata. Ora e’ il governo che si deve impegnare e sostenere l’attivita’ manifatturiera con una politica che favorisca questi investimenti”.
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