Moody’s declassa, la Borsa non si spaventa: ecco perché

ROMA – Moody’s ha declassato il rating dell’Italia da AA2 ad A2 ma il downgrade non ha influito sui mercati. Vediamo in punti tutti i quesiti “irrisolti” di questa storia:

Perché non ha influito sui mercati. Il mercato è da tempo ben più pessimista delle agenzie di rating: le quotazioni sono ben peggiori di quanto il rating, anche tagliato a ‘A2’, giustificherebbe. Per di più il mercato si è concentrato su altri temi: per esempio sul fatto che la Germania si è detta disposta a salvare le banche e la previsione che la Bce pompasse (come poi ha fatto oggi) nuovo denaro nelle banche. 

 

Perché Moody’s ha deciso per il downgrade. Tre sono le motivazioni. Uno: l’aumento del rischio di racimolare finanziamenti sul lungo e medio termine. Due: crescita economica in rallentamento per mancanza di strutture macroeconomiche. Tre: incertezza a livello politico.

Cosa significa ‘A2’. Per Moody’s rappresenta il sesto gradino (su 22) in ordine di affidabilità per un emittente di obbligazioni. Equivale a un giudizio ‘A’ di Standard & Poor’s e Fitch. Indica un debitore di qualità medio-alta e titoli che sono moderatamente sensibili alle circostanze avverse che si possono manifestare nel panorama internazionale.

Cosa vuol dire che Moody’s ha mantenuto l’outlook negativo. Vuol dire che l’agenzia di rating ritiene che ci siano ancora rischi sia in Italia che in Europa. Nella più tetra delle ipotesi, l’outlook negativo potrebbe portare a un nuovo downgrade perché le incertezze degli investitori potrebbero pregiudicare l’accesso dell’Italia ai mercati finanziari.

E se Moody’s dovesse declassarci ancora? Le obbligazioni italiane (Bot, Btp e soci) potrebbero essere escluse dagli indici obbligazionari, con conseguenti vendite da parte degli investitori istituzionali e ripercussioni su prezzi e rendimenti.

C’è il rischio reale della crisi di liquidità delle banche europee? Per alcune, come la franco-belga Dexia, il rischio c’è. E questo è dovuto dal fatto che, per effetto della crescente rischiosità dell’Europa, si stanno prosciugando molti canali di finanziamento. E quindi le banche europee trovano minore possibilità di raccogliere capitali in dollari.

 

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