ROMA – “A metà della crisi Euro, Italia forse salva nel 2013”. Secondo un rapporto dell’agenzia di rating Moody’s la dinamica del Pil italiano potrebbe tornare a livelli pre-crisi già dal prossimo anno. Un “aggiustamento” che per Moordy’s potrebbe essere completo solo a metà, trascinando così la recessione fino al 2016. Intanto lo spread tra Btp e Bund tedeschi è sceso a 409,4, con rendimento a dieci anni del 5,65%, dopo aver aperto a 418 punti la mattina del 21 agosto.
L’agenzia di rating precisa poi sulla situazione italiana: “Ha ancora una forte necessità di correzioni macro e strutturali per uscire dalla crisi”. Moody’s riconosce poi gli sforzi del Paese, che ha registrato: “alcuni progressi in aree specifiche come ad esempio la riforma del mercato del lavoro” e che può contare su alcuni punti di forza quali ”l’avanzo primario”.
Anche Fitch si schiera con l’opinione di Moody’s sulla condizione dei paesi dell’Euro, che potrebbero subire un rallentamento se non mostreranno entro “la fine dell’anno” progressi in materia di risanamento. Fitch ha poi espresso un giudizio positivo sull’Italia e su Mario Monti, sostenendo che “l’attuale governo italiano ha tantissima credibilità”e che il premier italiano deve fare progressi, ed il più velocemente possibile, “per creare una certa luce in fondo al tunnel”.
Nel suo rapporto Moody’s traccia un parallelo fra la crisi finanziaria che colpì Svezia e Finlandia negli anni ’90 e quella che sta mettendo ora a dura prova i paesi europei ‘periferici’ nei quali riforme strutturali strutturali sono gia’ state attuate ma il percorso per risanare i disequilibri accumulati e’ solo a meta e ”potrebbe aver bisogno ancora di diversi anni” per completarsi.
Per Moody’s ”la contrazione dell’economia di Spagna, Portogallo e Italia sembra relativamente meno profonda e avvicinarsi più a quella vissuta dalla Svezia”, mentre Irlanda e Grecia hanno piùpunti in comune con la crisi piu’ grave che colpi’ la Finlandia. Se così fosse allora Spagna, Italia e Portogallo potrebbe veder tornare la dinamica del Pil ai livelli pre crisi all’inizio del 2013 impiegandoci 17 trimestri. Al contrario se prendiamo come ”giusto il caso finlandese allora la correzione è solo completa a metà e potrebbe proseguire almeno fino al 2016”.
E intanto la Grecia si prepara a nuovi tagli alla spesa pubblica per 13,5 miliardi di euro, obiettivo superiore agli 11,5 miliardi chiesti in principio dalla Troika, e che dovrà raggiungere per ricevere ulteriori aiuti economici.