SIENA – Telecamere e giornalisti sono arrivati di primo mattino a Siena, così come Beppe Grillo, i rappresentanti del partito di Oscar Giannino e della Lega Nord con Mario Borghezio e Roberto Maroni. L’assemblea Mps è, sì, la prima occasione per molti piccoli azionisti senesi di chiedere conto, di domandare ai nuovi vertici quale sarà il futuro della loro banca. Ma è anche la ghiotta occasione per tutti i politici di godere di un inconsueto palcoscenico elettorale. Monti attacca Bersani, Grillo attacca tutti, così Oscar Giannino, nuovo attore del palcoscenico politico ma con solida esperienza nel giornalismo economico, e c’è anche la Lega che a Siena vede una base per nuove conquiste elettorali in terra toscana.
Mario Monti non è a Siena ma prima che l’assemblea entrasse nel vivo ha pronunciato uno degli attacchi più duri contro il Pd: “Il Pd c’entra – ha detto il premier – ha avuto un’influenza: non attacco Bersani ma la commistione tra banche e politica. Io non sono qui per attaccare Bersani, ma il fenomeno storico della commistione fra banca e politica che va ulteriormente sradicato” perché è una ”brutta bestia”. Poi, ha concluso, lascio ai politici” il compito di ”puntarsi il dito” l’uno contro l’altro.
Grillo, appena arrivato a Siena, ha detto: ”Quello che hanno fatto alla banca Monte dei Paschi è peggio della Tangentopoli, di Craxi e di Parmalat insieme, questo è il danno che hanno fatto. Hanno fatto di un partito una banca e di una banca un partito”, ha aggiunto mentre entrava in Assemblea. ”Mussari è un incompetente, lo hanno messo lì a fare il linoleum: stanno vendendo una banca del 1500 al mercato'”.
Poi l’assemblea inizia davvero, prende la parola Alessandro Profumo, il presidente Mps. Finora ha rassicurato sull'”operazione trasparenza” e la prima cosa che dice è che ”non è ancora possibile fornire dati puntuali e aggiornati” in merito allo stato della situazione derivati. Gli risponde a stretto giro Grillo: “Alessandro Profumo lo conosco, è di Genova come me, faceva il casellante e studiava la notte. Ma ha un curriculum inadatto per questo ruolo perché è indagato per frode fiscale”. A quel punto lo scambio tra i due si accende. Il leader del movimento a 5 stelle parlando ai soci ha lanciato l’allarme di ”un buco nei conti di 14 miliardi di euro, bisogna subito aprire un’inchiesta”. Dichiarazione che ha fatto subito intervenire il presidente Profumo che ha chiesto: ”Mi dica da dove viene questa indicazione? Qui non c’è nessun buco”.
Si fa sentire anche Roberto Maroni secondo cui nella vicenda Mps ”c’è puzza di tangenti come scrivono i giornali e credo che il Governo debba procedere al commissariamento della banca, se viene accertata la tangente, visto che ci ha messo 4 miliardi di euro, per procedere a risanamento e vendita”.
Interviene il Pdl con Maurizio Gasparri: ”Tra Monti e Bersani assistiamo ad uno scaricabarile indecoroso, mentre è chiarissimo che sulla vicenda del Monte Paschi di Siena nessuno può tirarsi fuori. I vertici nazionali del Pd si sono da oltre vent’anni interessati alle vicende senesi per gestire la Fondazione e tramite essa controllare il Mps”.
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