ROMA – Per Mps non c’è “buco” né ci sono tangenti. Per la Procura, che sullo scandalo derivati indaga, invece qualcosa c’è. Qualcosa che nel pomeriggio di mercoledì 6 febbraio ha portato la Guardia di Finanza ad eseguire sequestri in titoli e liquidità presso banche e fiduciarie per circa 40 milioni di euro, oggetto di scudo fiscale. E per il Cda le perdite sui contratti che Mps ha acceso per finanziare l’acquisizione Antonveneta si stimano in 730 milioni circa. La valutazione giunge al termine di un consiglio di amministrazione della banca riunito mercoledì per oltre sei ore. L’impatto sui conti di Mps al 31 dicembre scorso dell’operazione chiamata Santorini è pari a 305 milioni, quello di Alexandria è di 273 milioni, mentre le perdite potenziali di Nota Italia ammontano a 151,76 milioni.
Intanto, secondo quanto riportato dall’Ansa, la Finanza esegue provvedimenti “nei confronti di banche e fiduciarie nell’ambito del reato contestato ad alcuni indagati dell’inchiesta di associazione per delinquere finalizzata alla truffa ai danni del Monte dei Paschi di Siena”.
Di questi 40 milioni, scrive il Sole 24 Ore:
17 sarebbero riconducibili a Gianluca Baldassarri, ex responsabile dell’area finanza di Mps indagato per truffa insieme al suo uomo di fiducia Matteo Pontone e indicato come uno dei principali componenti della “banda del 5%”. Secondo il suo legale, Baldassarri «non è irreperibile ma fuori sede. Il mio assistito – ha spiegato – si trova fuori sede per un impegno programmato da tempo e rientrerà lunedì prossimo».
Secondo la procura in Mps ha operato un “disegno criminoso” finalizzato a “determinare una sensibile alterazione del prezzo dell’azione”. Tradotto, secondo la procura gli ex vertici di Mps avrebbero manipolato il mercato. Nel giorno del Consiglio di amministrazione e dell’interrogatorio dell’ex direttore generale Antonio Vigni, dalla procura arrivano le prime ipotesi di reato. E nel mirino finiscono tutti gli ex dirigenti: l’ex presidente Giuseppe Mussari, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini e l’ex direttore Vigni.
Le ipotesi di reato, per i dirigenti, vanno dal concorso per falso in prospetto, alla manipolazione del mercato fino al concorso in ostacolo all’esercizio delle funzioni delle autorità pubbliche di vigilanza.
Scrive Repubblica:
Mussari, Vigni e Pirondini sono indagati per manipolazione del mercato in concorso perché, si legge, “con più azioni esecutive del medesimo disegno criminoso” nell’ambito del programma di finanziamento ideato per il reperimento delle risorse per l’acquisizione di Antonveneta “partecipavano e contribuivano alla predisposizione della complessa operazione finanziaria denominata Fresh 2008, diffondendo al mercato notizie false e idonee a determinare una sensibile alterazione del prezzo dell’azione” della banca.
Sempre secondo Repubblica, che cita l’avviso di comparizione notificato agli indagati:
Mussari, l’ex direttore finanziario Daniele Pirondini, l’ex dg Vigni e l’allora responsabile dell’area legale Raffaele Giovanni Rizzi, sono indagati in concorso per falso in prospetto in relazione agli aumenti di capitale del 2008 e del 2011 (in questo secondo caso non Pirondini). Secondo i magistrati, in quelle occasioni “non venivano descritti, in particolare, in modo compiuto, i Fresh 2008 e non erano descritti i contratti di total return swap sottoscritti da Fondazione Mps”. Gli indagati esponevano quindi “false informazioni e occultavano notizie in modo idoneo a indurre in errore i destinatari del prospetto”.
La Fondazione Monte dei Paschi di Siena, intanto, ha presentato nella mattinata di mercoledì un esposto-denuncia contro ignoti alla procura della Repubblica di Siena per fuga di notizie e pubblicazione di documenti riservati. E’ quanto si apprende da una fonte dello stesso ente che controlla il 34,5% di Banca Monte dei Paschi. L’esposto, spiega ancora la fonte, riguarda alcune notizie apparse nei giorni scorsi sui quotidiani e la pubblicazione di documenti riservati.
Cda terminato attorno alle 20:30. Dopo circa sei ore è terminato il Consiglio d’amministrazione di banca Monte dei Paschi dedicato ai problemi dei derivati. Il presidente Alessandro Profumo e alcuni consiglieri hanno lasciato Rocca Salimbeni senza rilasciare dichiarazioni.