Mps-tonfo-borsa Mps-tonfo-borsa

Mps sotto soglia 4 euro in Borsa: ai minimi di sempre

Mps-tonfo-borsa
Mps sotto soglia 4 euro in Borsa: ai minimi di sempre

MILANO – Per la prima volta dal ritorno in Piazza Affari, avvenuto il 25 ottobre, Mps ha chiuso sotto i 4 euro. Il titolo ha perso il 4,5%, scendendo ai minimi di sempre, 3,9 euro, lontano quindi sia dalla stima prudenziale fatta dalla banca alla vigilia del ritorno alle contrattazioni, che era di 4,28 euro, sia dai 4,55 euro toccati al nuovo debutto.

Il tonfo è avvenuto alla vigilia dell’apertura del caso Mps in commissione parlamentare d’inchiesta. Dopo le prime sedute in crescita, la caduta è cominciata all’indomani dei conti, presentati martedì scorso. Montepaschi ha chiuso i primi nove mesi del 2017 con una perdita di 3 miliardi di euro, ma ha archiviato l’ultimo trimestre con un utile di 242 milioni. Il titolo ha pagato anche l’ondata di vendite sulle banche che c’è stata in Piazza Affari mercoledì scorso, in scia al piano del Creval, che ha annunciato un aumento di capitale da 700 milioni di euro.

La Borsa ha chiuso in calo dello 0,55%, in linea con gli altri listini europei. E il comparto banche ha lasciato sul terreno lo 0,46%. Ai valori di oggi, la capitalizzazione di Mps si attesta a 4,467 miliardi, contro gli 8,3 miliardi con cui è stata rafforzata dallo Stato e dai possessori di bond subordinati, grazie alla ricapitalizzazione precauzionale che, sotto la regia di Ue e Bce, ha evitato il fallimento dell’istituto senese.

Il Tesoro ha già investito nell’operazione 3,85 miliardi per compare azioni a 6,49 euro, e investirà un altro miliardo e mezzo per comprarne ancora a 8,65 euro, rimborsando così gli ex obbligazionisti che siano stati raggirati e che riceveranno in cambio dei bond senior. Alla luce di questo, ai valori di Borsa attuali, un calcolo spannometrico indica in 2,1 miliardi di euro la perdita potenziale per lo Stato.

L’offerta del ministero dell’Economia, che compra le azioni di Mps detenute dagli ex obbligazionisti subordinati retail, si chiuderà il 20 novembre. Al momento, le adesioni sono al 61,54%. La quota dello Stato nella banca senese è quindi salita dall’iniziale 52,2% a circa il 65%. Al termine del periodo, arriverà al 68%.

Iniziano intanto le grandi mosse in vista dell’assemblea del 18 dicembre, quando sarà votato il nuovo Cda. La maggioranza dei consiglieri sarà espressione del Tesoro. Ma, con ogni probabilità, concorreranno altre due liste. Una di Generali, social al 4,3%, e una dei fondi, divenuti azionisti con la conversione dei subordinati.

Gestione cookie