SIENA – Mps, ipotesi tangenti per l’acquisizione di Antonveneta. L’ipotesi avanzata dalla procura di Siena era stata anticipata dal Giornale il 25 gennaio ed è stata approfondita da Repubblica e Corriere della Sera il 26. L’ipotesi, scrivono Carlo Bonini e Andrea Greco, è che 2 miliardi siano stati “parcheggiati” a Londra in attesa di farli rientrare in Italia. E poi, proseguono i due giornalisti di Repubblica, sarebbero stati dirottati a politici e manager.
Spiega Repubblica che i 9 miliardi del prezzo pattuito per comprare Antonveneta dal gruppo bancario Santander “vennero versati in due tranche e su due conti distinti: 7 miliardi direttamente agli spagnoli di Santander, e gli altri due su un conto, sempre nella disponibilità di Santander, ma presso una banca londinese”.
Secondo Repubblica, gli inquirenti hanno ipotizzato che quei due miliardi potesse essere una tangente. Il perché è semplice: Santander sarebbe stata disposta a vendere Antonveneta per 7 miliardi. Dunque, perché sborsarne 9? E perché con questa modalità di pagamento?
A dar manforte all’ipotesi si aggiunge un articolo del Corriere della Sera, firmato da Federico Fubini. Secondo quanto scrive il Corriere, l’ipotesi degli investigatori è che alcuni manager Mps abbiano ricevuto premi in denaro per aver realizzato l’operazione.
Per il Corriere della Sera “l’ipotesi di reato è appropriazione indebita e falso in bilancio”. Il Corriere spiega che l’interesse giudiziario va anche aldilà di Siena: “Anche la procura di Milano si era interessata a Mps, aprendo autonomamente un fascicolo su Alexandria affidato al pm Giordano Baggio per appropriazione indebita e truffa da parte di alcuni funzionari della banca.” L’ipotesi, continua l’articolo, “è che vi siano state retrocessioni, ovvero presunti premi in denaro a manager Mps per aver realizzato l’operazione”.
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