I tassi sui nuovi mutui oltrepassano la soglia del 4% e tornano ai livelli del 2012. Ma la crescita non si è ancora fermata e proseguirà anche nei prossimi mesi, perlomeno fino alla seconda metà dell’anno in corso. Lo certifica Bankitalia comunicando che il Taeg (Tasso annuale effettivo globale) ossia i tassi di interesse comprensivi delle spese accessorie si sono collocati al 4,12 per cento a febbraio (3,95 a gennaio).
La lotta della Bce all’inflazione non ha ancora dato i frutti sperati visto che i prezzi, passata la fiammata dell’energia, persistono ad aumentare. E nemmeno la crisi bancaria Usa e Svizzera, senza grandi conseguenze in Europa, ha indotto Francoforte a desistere dall’ultimo aumento di marzo sebbene per la prossima riunione di inizio maggio sia stimato, secondo il mercato, un rialzo di 25 punti e non più di 50.
Il cambio di passo deciso a luglio scorso dalla banca centrale (ma anticipato dal mercato alcuni mesi prima) con aumenti complessivi di 350 punti, a valle ha provocato un’onda di aumenti nel mercato dei mutui il quale, nel decennio di tassi, zero, aveva abituato i clienti a rate abbordabili.
Mutui sopra il 4%, in Italia 2/3 coperti dal tasso fisso
Ad alleviare l’impatto nel nostro paese è l’alto numero di proprietari di casa e, come ha sottolineato più volte la Banca d’Italia, la grande percentuale di finanziamenti a tasso fisso dei mutui in essere (oltre i due terzi). Resta sempre possibile la possibilità di surrogare passando dal variabile al fisso e, in caso di difficoltà o perdita di lavoro, richiedere la sospensione attingendo al Fondo Gasparrini.
Tuttavia va considerato l’erosione del reddito dovuto alla crescita dei prezzi e alle maxi bollette che, uniti all’aumento delle rate, pesa su chi ha contratto un mutuo variabile. La crescita dei tassi frena poi chi ha intenzione di chiedere un nuovo finanziamento, allontanando le fasce della popolazione meno abbienti.
Mutui, tutto è cambiato con la fine della politica monetaria espansiva
Se fino a inizio 2022 i prestiti alle famiglie per l’acquisto di abitazioni veleggiavano su flussi consistenti e tassi poco sopra l’1,1-1,2% con Taeg sull’1,7-1,8%, tutto è cambiato con la fine della politica monetaria espansiva. Mese dopo mese le banche e il mercato hanno aumentato i tassi dei finanziamenti arrivando, come rileva la Banca d’Italia, al 4,12% del Taeg (comprensivo di spese accessorie) a febbraio.
Un livello che è destinato ad aumentare sia per il rialzo di marzo sia appunto per quello di maggio. “Un mutuo a tasso variabile costa oggi fino a 3.240 euro in più rispetto al 2021”, sottolinea il Codacons. E secondo Massimiliano Dona, presidente dell’Unc ricorda come “rispetto a febbraio 2022, quando erano a 1,85, i tassi decollano di 2,27 punti percentuali”.
Mutui, meglio nella seconda parte dell’anno
Nicoletta Papucci, direttrice marketing di Mutuionline.it, spiega all’Ansa: “I tassi sui nuovi mutui sono destinati a salire ancora e ci aspettiamo che la rilevazione sul mese di marzo vada oltre il 4,2%”. “Solo nella seconda parte dell’anno – rileva – è prevista se non una inversione di tendenza almeno una stabilizzazione” da parte della Bce che deve fare fronte a un’inflazione ancora persistente.
“Fortunatamente la maggioranza dei mutui in essere nel nostro paese è sul tasso fisso” aggiunge e questo limita l’impatto “per cui non mi aspetto un gran aumento delle sofferenze bancarie” su questo comparto anche se ovviamente il reddito disponibile “delle famiglie viene colpito dall’aumento dei prezzi e dell’energia”.
Secondo la manager i volumi dei mutui sono in calo ma tuttavia va registrata una ripresa delle surroghe “di passaggio dal variabile al fisso”.