Classifica mutui a tasso variabile sotto il 3%: Cariparma, Bnl e Webank

Pubblicato il 22 Marzo 2012 - 13:53 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – I mutui a tasso variabile cominciano a essere più “umani”: gli spread applicati dalle banche cominciano a scendere e non solo in virtù dell’ultima maxi-iniezione di liquidità a basso costo della Bce. Era quasi un anno che gli interessi salivano irreversibilmente: qualche banca sta rivedendo le sue strategie, il Sole 24 Ore e il sito MutuiOnline.it scommettono su un generale ripensamento a breve. Gli operatori sono convinti che è giunto il momento per gli istituti di credito di allentare la stretta sui mercati ipotecari, bloccati da almeno sei mesi per effetto del crollo contestuale di domanda e offerta.

Sono tre le banche che hanno superato, per difetto, la soglia critica del 3%. Cariparma ha lanciato la “Campagna mutui casa” mettendo sul piatto 2,5 miliardi per il finanziamento delle famiglie: la proposta è uno spread sul tasso variabile con durata 20 anni al 2,6%, che sale al 2,85% per il trentennale. Sotto il 3% è scesa anche anche Bnl-Bnp Paribas che con una taglio di 55 punti base ha ridotto lo spread al 2,95 per cento. Le due banche (controllate da Credit Agricole e Bnp Paribas) riflettono il miglior andamento in Francia dei tassi interbancari (Euribor) mentre in Italia il sospirato ritorno della fiducia tra istituti segna ancora il passo.

Una eccezione, anche se le altre banche cominciano a muoversi, è Webank, che offre mutui variabili, da 20 a 30 anni, con uno spread del 2,7 per cento. Webank è anche in testa nella speciale classifica realizzata da Mutuionlineche tiene conto di tutte le spese: spread, tipologia di indice europeo scelto per indicizzare il mutuo (Euribor 1 o 3 mesi per i mutui variabili e i vari Eurirs di durata per i mutui a tasso fisso), spese di istruttoria, perizia, incasso rata, eventuali coperture assicurative ecc.

Dicevamo dell’Euribor (tasso intercambiario) che scende, degli interventi della Bce: comunque le banche hanno dovuto affrontare il problema di una diminuzione pericolosa dei loro volumi di affari. Devono tornare a livelli più alti e dunque ad assumere più impieghi possibili, ritornando sul mercato con proposte appetibili. Tra il 2011 e il 2012 la contrazione è arrivata anche al 50%: troppo e l’unica via è che si rimettano a fare il loro mestiere, prestare soldi.