Niente più Iva sui beni di prima necessità, imposta più bassa per altri come carne e pesce, Irpef più leggera per i dipendenti. Sono le prime informazioni della riforma fiscale che filtrano dalla commissione Finanze alla Camera, dove il sottosegretario Sandra Savino ha indicato, rispondendo a un’interrogazione di Fratelli d’Italia, le linee guida della nuova legge delega, in corso di elaborazione.
Niente più Iva sui beni di prima necessità
Questo l’obiettivo del disegno di legge delega sulla riforma del fisco che il vice ministro dell’Economia Maurizio Leo porterà la prossima settimana in Consiglio dei ministri. Tra le ipotesi al vaglio del governo, anticipate dal quotidiano Il Messaggero, quella di azzerare l’imposta su alcuni prodotti di prima necessità “aprendo un meccanismo di esenzione per determinate categorie di beni così come si è già sperimentato per i vaccini contro il Covid-19” ha spiegato Leo, “è una delle ipotesi perché la normativa europea prevede anche l’aliquota zero, ma ci si deve lavorare”, ha detto il vice ministro intervenendo alla presentazione dei risultati dell’Agenzia delle Entrate, che ha ringraziato per la collaborazione per definire la riforma fiscale.
Carrello della spesa
L’obiettivo principale del riordino Iva sarebbe però piuttosto quello di togliere l’imposta di valore aggiunto su alcuni beni, ipotesi già ventilata dal viceministro all’Economia Maurizio Leo, che aveva aperto a “un meccanismo di esenzione per alcune categorie di beni così come si è già sperimentato per i vaccini contro il Covid”. Una sorta di aliquota zero per alcuni prodotti. Il ministero ha preparato simulazioni con Iva zero per i prodotti alimentari oggi al 4 per cento, con riduzione al 5 per altri oggi al 10: un’operazione che costerebbe 4-6 miliardi di euro. L’ipotesi era stata però accantonata mentre è stata tagliata l’Iva su prodotti per la prima infanzia come pannolini e biberon.
La riforma prevede anche, ha aggiunto Savino, “la semplificazione di alcuni istituti Iva, quali la detrazione e i rimborsi, in modo che gli stessi risultino più accessibili ai contribuenti”. In sostanza, un cambiamento che consentirà di pagare più rapidamente i crediti Iva per assicurare liquidità alle imprese.
Riforma delle aliquote
Oltre alla questione Iva, nel testo della delega è prevista la riforma delle aliquote fiscali, che passeranno da quattro a tre. Il documento non indicherà né il livello delle aliquote né quello degli scaglioni di reddito. Ma le simulazioni individuano due scenari. Il primo con un’aliquota iniziale al 25%, la seconda al 33% e la terza al 43%. Il secondo con un’aliquota al 23%, una al 33% e una al 43%, con un costo di 6 miliardi. L’obiettivo sarebbe quello di dare un grosso aiuto al lavoro dipendente garantendo ai lavoratori buste paga più ricche attraverso la revisione di aliquote e detrazioni.
Accertamento fiscale
Previsto poi un nuovo modello di accertamento fiscale. Grazie alle sue banche dati, l’Agenzia preparerà una dichiarazione precompilata biennale per le piccole imprese che, se aderiranno, per due anni non subiranno accertamenti. Controlli immediati in caso contrario. Per le grandi imprese si rafforzerà il meccanismo della “cooperative compliance”: un’altra sorta di negoziato tra fisco e impresa.