Oltre alla reversibilità, la vedova, o il vedovo, ha diritto ad altre prestazioni da parte dell’INPS: è importante sapere cosa chiedere.
Dopo un lutto, se la perdita riguarda un congiunto pensionato, i superstiti devono occuparsi di varie pratiche formali e burocratiche. Di norma, la comunicazione del decesso dovrebbe essere gestita dai Comuni e dai medici necroscopi. Ma spesso si consiglia ai superstiti di verificare che l’INPS sia stata informata correttamente del decesso. Dopo questo passaggio, arriva il momento della dichiarazione di successione.
L’adempimento citato è fondamentale per subentrare nelle proprietà immobiliari del defunto o per recuperare i risparmi eventualmente bloccati presso banche o uffici postali. Risolta la questione della successione, bisogna presentare la dichiarazione dei redditi in qualità di eredi, dato che il defunto rimane soggetto agli obblighi fiscali ormai passati ai superstiti.
Non è tutto. La vedova o il vedovo del pensionato, i figli o altri parenti aventi diritto devono occuparsi anche della gestione della domanda di reversibilità: l’assegno che, secondo quanto stabilito dalla legge, spetta agli eredi come quota della pensione del defunto.
Contrariamente a quanto si pensa, la reversibilità non arriva in automatico, e ciò significa che la vedova o il vedovo devono farne opportuna richiesta all’INPS. La domanda si può inoltrare online, accedendo con le proprie credenziali al portale dell’INPS. La sezione in cui navigare è quella relativa alla domanda di prestazioni pensionistiche, e da lì selezionare la voce “Prestazioni destinate a eredi e parenti di pensionati“.
Diritti ulteriori, al di là della reversibilità: tutto ciò che la vedova deve chiedere all’INPS
Occorrono alcuni documenti: di base, servono il certificato di morte e il codice fiscale del defunto e di tutti i beneficiari. Compilando tutti i campi richiesti della domanda, bisogna inviarla. In caso di problemi, ci si può rivolgere a un CAF, che assistono gratuitamente in simili procedure.
Ma al di là della pensione di reversibilità, il vedovo o la vedova (e in generale i superstiti diretti) del pensionato deceduto devono anche preoccuparsi di richiedere altre prestazioni all’INPS. Non bisogna per esempio dimenticare di informarsi sui ratei maturati e non riscossi. La normativa consente infatti alla vedova e agli altri eredi di richiedere gli arretrati del defunto, cioè le somme maturate dal pensionato e non ancora riscosse al momento del decesso (come la tredicesima e la quattordicesima mensilità).
Succede anche che il pensionato avesse maturato il diritto a un supplemento di pensione per contributi versati dopo la liquidazione della prestazione previdenziale. E, per legge, anche questo supplemento può essere richiesto dagli eredi. Vanno considerati poi anche gli eventuali ricalcoli della pensione derivanti da domande di ricostituzione con istruttoria conclusasi dopo il decesso del pensionato.
Poi, ovviamente, la vedova rientra nell’asse ereditario del coniuge defunto e ha diritto a una quota del suo patrimonio, con percentuale che varia in base alla presenza di figli o altri eredi. In alcuni casi, è possibile ottenere un aumento della pensione di reversibilità. Ad esempio, l’INPS riconosce un aumento di 687,83 euro all’anno sulla pensione di reversibilità per i vedovi che non riescono ad avere altre entrate e sono in una situazione di precarietà economica.