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Economia

Nucleare in Italia con 40 anni di ritardo per i demagogici referendum di Craxi nell’87 e del 2011

Orizzonte nucleare in Italia: con quasi 40 anni di ritardo anche da noi si parla di nuovo di questa fonte di energia congelata da un demagogico referendum spinto da Craxi negli anni Ottanta e da un altro del 2011.

Ora si parla di nucleare di Stato con una newco con Enel, Ansaldo, Cdp e Leonardo e anche di alleanze con  il gruppo energetico statunitense Westinghouse e la francese EDF.

Il ritorno del nucleare (di terza e quarta generazione), scrive Simone Canettieri sul Foglio, passa da una legge delega che il governo vuole presentare al Parlamento entro novembre. Ma anche dalla creazione di una nuova società, per il momento interamente pubblica ma senza escludere i privati, che metterà insieme le migliori realtà del settore.

L’Italia, aggiunge Reuters, è in trattative con diverse aziende, tra cui il gruppo energetico statunitense Westinghouse e la francese EDF, come potenziali partner per una società statale che costruirà reattori nucleari avanzati nel Paese, ha affermato il ministro dell’Energia Gilberto Pichetto Fratin.

Accordi internazionali sull’energia

Nucleare in Italia con 40 anni di ritardo per i demagogici referendum di Craxi nell’87 e del 2011 -Blitzquotidiano.it

“L’entità degli investimenti nell’energia nucleare richiede la cooperazione di diversi attori internazionali”, ha detto

Il governo prevede di elaborare entro la fine dell’anno norme per consentire l’uso di nuove tecnologie nucleari e revocare il divieto, ha ribadito giovedì il ministro dell’energia.

L’amministrazione di destra guidata dal Primo Ministro Giorgia Meloni ritiene che i piccoli reattori modulari e i reattori modulari avanzati potrebbero contribuire a decarbonizzare i settori più inquinanti del Paese, tra cui la produzione di acciaio, vetro e piastrelle.

Secondo quanto riportato in precedenza da Reuters, anche Ansaldo Nucleare e la start-up Newcleo prenderebbero parte al progetto governativo per la costruzione di SMR.

“Parliamo con tutti” i principali operatori, ha affermato Pichetto Fratin, confermando i colloqui in corso in particolare con Westinghouse ed EDF.

L’Italia stima che potrebbe risparmiare 17 miliardi di euro (18,40 miliardi di dollari) sui costi di decarbonizzazione dell’economia entro il 2050, se includesse almeno l’11% di energia nucleare nel suo mix energetico.

“L’Italia è l’unico paese che ancora non produce energia nucleare”, scrive il Sole 24 Ore, come ha ricordato di recente il ministro delle Imprese e del Made in Italy, Adolfo Urso. “Entro la fine di quest’anno – ha aggiunto – presenteremmo un quadro normativo e stiamo lavorando a una Newco italiana, con una partnership tecnologica straniera, che consenta di produrre a breve in Italia il nucleare di terza generazione avanzata. Produrre i reattori in Italia per poi essere installati dove vengono richiesti nel mondo e certamente anche in Italia”

A luglio l’Italia ha presentato a Bruxelles l’aggiornamento del Piano per l’Energia e il Clima (Pniec). In questo ambito è stata prevista, ed è stata la prima volta, una specifica sezione dedicata ai lavori della Piattaforma Nazionale per un NucleareSostenibile: si ipotizza un’integrazione con le rinnovabili che da sola potrebbe rappresentare, nel 2050, l’11% dell’energia prodotta con una possibile proiezione al 22%.

«È uno strumento programmatorio che traccia con grande pragmatismo la nostra strada energetica e climatica, superando approcci velleitari del passato», è stato in nquell’occasione il commento del ministro dell’Ambiente Gilberto Pichetto Fratin. Il ministro ha sottolineato in particolare «lo scenario sull’energia nucleare, sia da fissione nel medio termine (a partire dal 2035) che da fusione (a ridosso del 2050), che ci fa guardare avanti a un futuro possibile».

Salvini: con un referendum italiani direbbero sì al nucleare

«Sono convinto che se ci fosse una possibilità di fare un referendum la maggioranza degli italiani direbbe sì al ritorno del nucleare. Il ministero sta collaborando per riportare l’Italia nel contesto dei Paesi civili e sviluppati, è fondamentale» altrimenti «è una resa incondizionata e un suicidio». Così il ministro delle Infrastrutture e dei Trasporti Matteo Salvini al Forum Teha di Cernobbio.

«Ritengo – ha continuato – che l’Italia non possa più dire di no al nucleare e una delle mission più importanti di questo governo, fondato sullo sviluppo, sul merito e sull’economia di mercato, sia quella di riportare l’Italia nel contesto della modernità, efficienza e sostenibilità ambientale riavviando il dossier nucleare».

Mario Tafuri

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