Economia

Nucleare in Italia, ecco il disegno di legge per produrre energia atomica dal 2030. Abbasserà le bollette?

Poche storie: siamo già nel nucleare. Siamo il Paese che in Europa importa più elettricità dall’estero, e questa elettricità viene in gran parte dalle centrali nucleari francesi. Di più: in un raggio di 200 km dai confini italiani sono attive 27 unità nucleari per un totale di circa 24 mila MW.

Quattro di queste – Cruas, Saint Alban, Bugey, Tricastin – sono oltretutto situate in zone dí moderato o medio rischio sismico. È il caso di ricordare che la centrale di Tricastin (4 reattori PWR, attiva dal lontano 1974) si trova ad appena 250 km da Torino.

Ha voglia allora il ministro dell’Ambiente, Gilberto Pichetto Fratin, a parlare di nucleare un Italia dal 2030. Da buon piemontese sa benissimo che, di fatto, siamo tallonati dal nucleare da ben 51 anni. L’Italia si sta muovendo solo adesso. Il nostro Paese arriverà a produrre energia attraverso i reattori nucleari di nuova generazione.

Le vecchie centrali, tipo Chernobyl, sono ampiamente superate. Oggi si parla di nucleare sostenibile e a questo obiettivo punta il disegno di legge delega che il governo Meloni ha approvato venerdì 28 febbraio con il via libera “entusiasta”, di tutti e tre i leader della maggioranza.

Nucleare in Italia, ecco il disegno di legge per produrre energia atomica dal 2030. Abbasserà le bollette? (foto Ansa-Blitzquotidiano)

Ha spiegato Giorgia Meloni: “È un provvedimento per garantire energia sicura, pulita, a basso costo, capace di assicurare sicurezza energetica e indipendenza strategica all’Italia. Parlo ovviamente dell’energia nucleare sulla quale, ora, chiediamo al Parlamento di esprimersi”.

Ha aggiunto Antonio Tajani: “Questa è una giornata storica”. Il Parlamento ha ora un anno a disposizione per emanare i decreti attuativi.

La legge delega sul nucleare

Il piano del governo prevede di costruire reattori di nuova generazione. La legge delega infatti punta a disciplinare la produzione di energia attraverso i nuovi moduli, lo smantellamento delle vecchie centrali, la gestione dei rifiuti e combustibile esaurito, ricerca e sviluppo su energia da fusione, riorganizzazione di competenze e funzioni.

Tutti aspetti che concorrono allo sviluppo della produzione da fonte nucleare con l’obiettivo della neutralità carbonica al 2050. In più garantire al Paese la sicurezza e l’indipendenza energetica nonché prevenire i rischi di interruzione della fornitura di energia oltre ovviamente a contenere i costi per i clienti finali.

L’energia atomica abbasserà le bollette?

È tutto da vedere. Spiega Davide Tabanelli, presidente della società Nomisma Energia: “Quanto potrebbe incidere il nucleare sulle bollette è oggetto di una discussione continua. Certo la Francia ha le bollette più basse in Europa proprio perché c’è il nucleare. Le nuove centrali in Europa sono costate tantissimo, ma Parigi ne sta realizzando di nuove. La Cina ne sta costruendo circa 30 e ce ne sono in tutto il Mondo (443 reattori nucleari in 29 Paesi). Solo la confinante Francia ne ha 56.

Il ritardo dell’Italia

In Italia se ne parla da oltre 30 anni, e dopo il 1990 le centrali nucleari italiane risultavano tutte chiuse, o per raggiunti limiti di età, o per decisione politica presa sull’onda del referendum abrogativo del 1987. Ora il tabù è saltato ma è molto difficile ipotizzare dei progetti sul nucleare in Italia in tempi ragionevoli.

Pesano ancora 2 referendum e c’è una forte austerità. Conclude Tabanelli: “Non siamo la Francia ma comunque bisogna tentare. Se noi vogliamo davvero risolvere il problema climatico e non rimanere al buio abbiamo bisogno del nucleare, perché non emette CO2.

L’Italia potrebbe avere qualche problema a realizzare le centrali. Quindi bisognerà capire chi dovrà sostenere questi investimenti in futuro. Cosa che non è scontata”. Ma la Confindustria ha fatto già sapere che è “un buon inizio”.

Published by
Enrico Pirondini