Nuovi mutui: i tassi non scendono. Lo spread in banca resta

Pubblicato il 9 Luglio 2013 - 12:06 OLTRE 6 MESI FA
Nuovi mutui: i tassi non scendono. Lo spread in banca resta

Nuovi mutui: i tassi non scendono. Lo spread in banca resta

ROMA – Nuovi mutui: i tassi non scendono. Lo spread in banca resta. Bisogna continuare a parlare di spread, anzi di doppio spread. Nonostante il differenziale tra bund tedeschi e Btp italiani sia sceso e stabilizzato (a 300 punti base), quello applicato dalle banche sui nuovi prodotti finanziari non accennano a scendere sotto il 3%. Significa che gli istituti di credito scaricavano e continuano a scaricare sui clienti i costi di quello spread ufficiale, la misura della poca affidabilità del sistema Italia, per cui erano costretti a finanziarsi a tassi più alti.

Spread sui titoli e spread sui mutui andavano di pari passo: oggi non più e, se l’azione della Bce ha perlomeno rassicurato sulla tenuta a lungo termine dei debito italiano, vantaggi per chi accende un mutuo non se ne vedono, lo spread applicato dalle banche non scende. Il Sole 24 ore del 9 luglio individua quattro motivi per cui gli spread sui mutui non scenderanno nel breve periodo.

Il merito di credito di famiglie e imprese. La crisi al quinto anno ha fiaccato la potenziale clientela: è l’assenza di prospettive nel breve periodo che determina il basso livello del merito di credito di famiglie e imprese, una condizione che aumenta i costi del rischio assunti dalla banca. Che non possono non contribuire alla crescita dello spread applicato sui mutui.

Euribor a zero. E’ il tasso interbancario: le banche non scambiano denaro. Spiega Maximilian Cellino sul Sole 24 Ore:

Un tasso così ridotto non consente infatti agli istituti di credito di realizzare utili («mark down») significativi sui depositi in conto corrente, che rappresentano oltre la metà dei depositi e che in condizioni normali sono remunerati molto meno dell’Euribor. Questa a sua volta priva le banche di una tradizionale fonte di finanziamento a «basso costo», e le costringe a fare impieghi a un prezzo pieno, «caricando» quindi gli spread.

I conti deposito. Andavano bene per i risparmiatori negli ultimi 18 mesi: oggi, il prezzo degli alti rendimenti pregiudica ancora la capacità di finanziarsi, prezzo che si scarica ancora sugli spread.

Mutui generosi. La concessione allegra, per almeno un paio di anni, di mutui con spread molto ridotti, anche sotto l’1% viene al pettine dell’attuale congiuntura:

Ora quegli stessi prodotti, che conservano le condizioni di un tempo sono divenuti paradossalmente un peso per gli stessi istituti e in alcuni casi producono addirittura un margine di interesse negativo dati gli attuali costi della raccolta (Max Cellino, Sole 24 Ore)