Una platea più estesa di beneficiari per l’assegno di inclusione nel 2025: il piano del Governo per coinvolgere un maggior numero di famiglie.
Ne ha parlato di recente anche il ministro del Lavoro Marina Calderone, annunciando un possibile ampliamento dei beneficiari dell’assegno di inclusione e il supporto formazione e lavoro. Le novità in merito al futuro dei due sostegni economici dovrebbero essere presentate non a breve ma comunque prima della prossima Legge di Bilancio.
Dopo le critiche arrivate dai sindacati e da Bruxelles e lo scontento espresso dai potenziali beneficiari che non sono riusciti a ottenere gli aiuti messi a disposizione dallo Stato, qualche giorno fa, il ministro del Lavoro, dal Forum Ambrosetti di Cernobbio, ha difeso l’assegno di inclusione e il supporto formazione e lavoro, spiegando che le due misure sono in costante evoluzione.
Presto, i due sussidi potrebbero essere migliorati per trasformarsi in misure più inclusive. Il Governo starebbe infatti pensando a un allargamento della no tax area e starebbe anche studiano il modo per poter far salire da 6.000 a 8.500 euro il limite del tetto familiare. Si tratta dunque di dar forma a un aumento di platea, delle soglie reddituali da non superare e, magari, anche degli importi.
La Ragioneria di Stato è già pronta a rendicontare la possibile spesa per allargare la platea dei beneficiari dell’assegno di inclusione nel 2025. Secondo le prime stime, potrebbero occorrere dai 200 ai 400 milioni di euro per potenziare lo strumento assistenziale che da gennaio 2024 ha ufficialmente sostituito il Reddito di Cittadinanza.
Per ora, qualcosa non ha funzionato. La misura attuale ha scontentato parecchio gli italiani. Conti alla mano, l’aiuto ha raggiungono poco più di 700.000 famiglie con un importo medio di circa 500 euro, lasciando in pratica a secco molti degli ex beneficiari del RdC.
Di conseguenza, centinaia di migliaia di nuclei a bassissimo reddito continuano a vivere senza aiuti. E questo per via dei requisiti troppo stringenti introdotti dalla nuova norma (anche l’UE ha definito l’assegno di inclusione come una risposta non adeguata al problema della povertà in Italia).
Le ipotesi al vaglio sono più di una. E ciò significa che l’esecutivo sta effettivamente puntando a trovare dei fondi per attuare una nuova strategia finalizzata all’estensione del beneficio e all’ampliamento del tetto massimo di reddito.
Il punto è riuscire ad allargare le maglie dei requisiti reddituali attraverso cui gli ultrasessantenni e le famiglie con figli minori o disabili possono rientrare nella platea dei percettori.
A oggi, possono godere dell’assegno le famiglie con un ISEE valido non superiore a 9.360 euro e un reddito familiare non superiore a 6.000 euro annui (che aumenta in base alla scala di equivalenza, in funzione del numero dei componenti del nucleo). A innalzarsi dovrebbe essere proprio il limite di quest’ultimo parametro, arrivando fino agli 8.500. Cioè a una cifra pari alla no tax area. Così facendo, potenzialmente, l’aiuto economico potrebbe essere esteso ad almeno altre 100.000 famiglie.
Finora, il Governo ha messo a disposizione circa 7 miliardi di euro per finanziare l’assegno di inclusione e il supporto formazione e lavoro. La prima misura è stata richiesta da tanti italiani, ma è arrivata solo a un terzo di coloro che si erano fatti avanti. L’altra misura, un’indennità mensile di 350 euro (valida per un anno, per chi frequenta corsi di aggiornamento professionale e si rende disponibile a percorsi di reinserimento), è stata un insuccesso: hanno aderito pochissimi aventi diritto.
Le due misure, secondo il ministro del Lavoro, non sono aiuti cristallizzati. E non c’è dubbio che i due sussidi possano essere migliorati. Probabilmente, i risparmi del 2024 sul SFL non saranno usati come “tesoretto” la Manovra 2025, così come paventato da più parti. Nonostante le poche adesioni, le risorse allocate dal Governo sul Supporto resteranno sull’obiettivo originale. E, in più, come anticipato, per l’assegno di inclusione si sta lavorando a un ampliamento del bacino di possibili beneficiari per il 2025.
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