Tre bonus che mirano a fornire un supporto economico ai dipendenti per le spese relative al mutuo, all’affitto di casa e ai costi dell’auto.
Il Governo Meloni ha teso una mano ai lavoratori aggiornando i benefici concessi per via indiretta e traducibili in vantaggi a medio o a lungo termine sull’impatto più o meno significativo delle principali spese della vita quotidiana. Anche se non è possibile parlare di veri e propri bonus dato che la concessione dei benefici non è automatica e non dipende direttamente dallo Stato o da un suo ente, si riscontrano benefici importanti per il mutuo, l’affitto e le spese dell’auto.
Gli aiuti arrivano grazie ai fringe benefit, quei beni o quei servizi che le aziende mettono a disposizione dei lavoratori dipendenti, come surplus allo stipendio netto percepito da ciascun lavoratore. Lo Stato ha in pratica reso più semplice la concessione di questi benefici aggiuntivi, anche se non esiste obbligo da parte del datore di lavoro nell’offrire gli aiuti.
A ogni modo, la Legge di Bilancio 2024 ha introdotto alcune interessanti modifiche in materia di fringe benefit. Innanzitutto il Governo ha scelto di aumentare della soglia di non imponibilità. In base a ciò, i datori di lavoro possono concedere tali benefici senza aumentare il carico fiscale e contributivo. In particolare, la soglia è stata innalzata a 1.000 euro per tutti i dipendenti. Per i dipendenti con figli a carico, la soglia arriva invece a 2.000 euro.
Si è anche deciso di ampliare l’elenco delle tipologie di spese rimborsabili. Dal 2024 è dunque possibile rimborsare, proprio come si trattasse di bonus ad hoc, anche le spese delle utenze domestiche, quelle per l’affitto e gli interessi del mutuo sulla prima casa e per l’auto. Cambiano anche gli adempimenti per lavoratori e datori di lavoro.
I lavoratori con figli a carico possono chiedere i bonus con una semplice dichiarazione contenente il codice fiscale dei figli. La domanda va inoltrata al sostituto d’imposta. Il datore di lavoro deve conservare poi questa documentazione per eventuali controlli futuri ed, eventualmente, informare le RSU. Come in passato, tali benefici aggiuntivi non concorrono alla formazione del reddito del lavoratore, purché il loro valore non superi le soglie aggiornate.
Con le nuove disposizioni, le spese per l’affitto della propria abitazione e gli interessi sul mutuo relativo alla prima casa possono essere rimborsati dal datore di lavoro come fringe benefit esentasse. Ciò significa che i dipendenti possono, sempre a discrezione del datore di lavoro o dell’azienda, ricevere un rimborso per simili spese senza che tali importi siano soggetti a tasse, fino a un massimo di 1.000 euro. Limite che, come anticipato, sale a 2.000 euro per i dipendenti con figli a carico.
L’uso di un’auto aziendale continua a essere un fringe benefit comune: molte aziende concedono ai lavoratori un’auto da sfruttare sul lavoro o concedono buoni benzina. Il valore del beneficio è calcolato in base all’uso personale dell’auto e può essere soggetto a tassazione in base alle normative vigenti.
Spesso la tassazione si basa sulle tabelle chilometriche ACI, pubblicate ogni anno sulla Gazzetta Ufficiale. In generale, c’è una novità importante in ottica 2025: il Governo potrebbe voler introdurre con la nuova finanziaria l’estensione della soglia dei 2.000 euro per tutti i lavoratori, quindi anche per quelli senza figli. La Segreteria di Stato è all’opera con i conti per capire se ci sono le coperture disponibili.
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