A proposito di dati e di presunta incontrovertibilità del significato dei numeri. Il sindaco di Ercolano spiega il paradosso per cui “i tre ragazzi (morti nell’esplosione di una fabbrica illegale di fuochi artificiali, ndr) non potranno nemmeno essere iscritti nell’altrettanto triste lista delle morti bianche, ma in quella dei tanti fantasmi del lavoro senza regole, senza sicurezza e senza futuro”. Una strage, insomma, di cui, nei dati ufficiali sulle morti sul lavoro, non rimarrà alcuna traccia, nemmeno una fiammella.
“Gli ultimi dati Istat dicono che l’occupazione in Italia continua a crescere. Nell’ultimo anno, da quando c’è questo governo, ci sono oltre mezzo milione di posti di lavoro in più, in grandissima parte con contratti stabili”. E ancora: “È stato raggiunto il record di occupati dal 1977 a oggi”. Da mesi, insomma, Meloni rivendica un bilancio addirittura trionfale sul lavoro, con tanto di campagna capillare sui social.
Pazienza però se gli economisti tutti concordano sulla circostanza storica dove record di occupati e partecipazione delle donne al mercato del lavoro dipendono in larga parte da tendenze economiche internazionali e di lungo periodo, piuttosto che da questa o quella azione di governo.
Così come la crescita economica degli ultimi anni è legata alla ripresa post-pandemia, al di là degli esecutivi che l’hanno governata. E il Sud che registra un effettivo miglioramento nella percentuale di occupati è difficile chiamarlo “locomotiva” d’Italia solo confrontando le sue performance con quelle del Nord (ballano 20 punti, venti, tra Nord e Sud).
La nota Confcommercio pecca meno in eccesso d’enfasi. “La crisi dell’industria non si ferma, con il fatturato che va ancora giù ad agosto. Segna invece una battuta d’arresto l’occupazione a settembre, dopo tre mesi di crescita. Il bilancio nei dodici rimane comunque positivo, anche se il calo mensile apre all’interrogativo se il mercato del lavoro italiano sia davanti a una inversione di tendenza o solo a un inciampo”.
La riduzione degli occupati si inscrive in un quadro di “forte rallentamento dell’economia”, sottolinea l’Ufficio studi di Confcommercio. E si annuncia un “autunno caldo” sia sul fronte dei prezzi che delle agitazioni, scioperano medici e infermieri oggi, si fermeranno i treni domenica (strano, con l’espressione che annunciava le mobilitazioni sindacali oggi ci inquietiamo subito per il cambiamento climatico, non pensiamo a scioperi selvaggi e bandiere rosse).
L’inflazione risale ad ottobre e corrono i prezzi degli alimentari. Con il carrello della spesa che viaggia a una velocità più che doppia. E troppi giovani costretti, come ad Ercolano, ad accettare l’impiego in fabbriche abusive intestate alla figlia tredicenne del padroncino.