Ocse, disoccupazione Italia al 12,4% a fine 2020 Ocse, disoccupazione Italia al 12,4% a fine 2020

Ocse, disoccupazione Italia al 12,4% a fine anno. E su Cig e licenziamenti la pensa come Renzi

La disoccupazione nei Paesi Ocse raggiungerà un livello record, al 9,4%, entro la fine del 2020 (quarto trimestre) e inizierà a diminuire solo nel 2021.

E’ quanto scrive l’Ocse, l’organizzazione internazionale per lo sviluppo e la cooperazione economica con sede a Parigi, nelle Prospettive sull’Occupazione 2020.

La nostra situazione occupazionale è se possibile ancora più disastrata.

Disoccupazione Italia fine 2020: 12,4%

La disoccupazione dell’Italia, che a febbraio 2020 era ancora ben al di sopra del livello pre-crisi 2008, dovrebbe raggiungere il 12,4% a fine 2020, “cancellando quattro anni di lenti miglioramenti”.

Il rapporto non si limita ai numeri ma contiene anche indicazioni precise all’Italia.

Dal ripristino di Garanzia Giovani e, soprattutto, il consiglio rivedere la cassa integrazione a pioggia e il blocco dei licenziamenti.

Il rischio è tutelare troppo i lavoratori stabilizzati scaricando tutte le difficoltà sui lavoratori senza un contratto a tempo indeterminato.

I consigli dell’Ocse sembrano coincidere con la posizione di Matteo Renzi, critica con la sua maggioranza proprio sulla cassa integrazione. 

Per cui estendere la Cig in deroga e il blocco licenziamenti fino all’estate accenderebbe la miccia di una bomba sociale.

Ocse: “Cassa integrazione non sia solo sussidio”

“La cassa integrazione deve essere adattata in modo da dare a imprese e lavoratori i giusti incentivi a riprendere l’attività o a cercare un altro posto di lavoro.

Una partecipazione ai costi della cassa integrazione da parte delle imprese, incentivi alla ripresa e alla ricerca di un altro lavoro e la promozione di attività formative sono alcuni strumenti che politica e parti sociali possono considerare per i prossimi mesi per far evolvere la cassa integrazione alla nuova situazione”.

E’ quanto scrive l’Ocse nella scheda consacrata all’Italia delle Prospettive 2020 sull’Occupazione.

Blocco licenziamenti si scarica tutto sui precari

“Il divieto di licenziamento e i limiti all’assunzione di lavoratori con contratto a tempo determinato (prima della crisi COVID-19 l’Italia era il terzo paese OCSE per limiti all’uso di contratti temporanei) dovrebbero essere riconsiderati.

Per evitare che l’aggiustamento si scarichi interamente sui lavoratori senza un contratto a tempo indeterminato”, avverte l’organismo con sede a Parigi. (fonte Ansa)

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