Ocse taglia stime crescita Italia: “disoccupazione al 12,8%, Pil a 0,5%”

Ocse taglia stime crescita Italia: "disoccupazione al 12,8%, Pil a 0,5%"
(Foto LaPresse)

ROMA  – La disoccupazione nel 2014 in Italia raggiungerà il 12,8%, mentre il Pil si fermerà allo 0,5%. Queste le previsioni dell’Ocse nel suo Economic Outlook che tagliano di fatto le stime dell’Unione europea del 5 maggio. Gli 80 euro in più in busta paga voluti dal governo di Matteo Renzi non sembrano aver sortito effetti, con il rapporto debito/Pil che inizierà a calare solo dal 2016 e la stima di crescita del Pil che si ferma allo 0,5%, dopo lo 0,6% prospettato lo scorso novembre.

Secondo i dati Ocse, In Italia la disoccupazione arriverà al12,8% nel 2014, per poi calare al 12,5% nel 2015,

“ma solo lentamente, perché il primo impatto dell’aumento della domanda di lavoro saranno probabilmente più ore lavorate”.

Per quanto riguarda il rapporto tra debito e Pil, per vedere un calo bisognerà attendere il 2016: l’Ocse prevede un debito al 134,3% nel 2014 e al 134,5% nel 2015. Ciò rende il Paese “ancora vulnerabile a potenziali scossoni” dei mercati, ed è quindi

“essenziale continuare con la cautela sui conti pubblici basata sulla riduzione della spesa”.

Al ribasso anche le stime di crescita per il Pil italiano rispetto alle previsioni del novembre scorso, da +0,6% a +0,5%. Per il 2015 è previsto un +1,1%, grazie alla spinta data dal “ritorno della fiducia” e dai “moderati tagli alle tasse”.

Per gli esperti dell’Ocse anche i debiti della Pubblica amministrazione giocano un ruolo importante nella stabilità economica del Paese, come spiega Alvaro Pereira, responsabile del dipartimento studi nazionali dell’organizzazione:

“Uno dei maggiori effetti negativi della crisi è stata la contrazione del credito, soprattutto per le piccole e medie imprese, cosa che è diventata una delle principali cause dell’ampio aumento della disoccupazione in questo contesto, ciò che i governi possono fare, quando ne hanno i mezzi, è pagare i loro debiti con le aziende, in particolare le più piccole, e fornire così loro un pò di capitale, che consenta di fare investimenti e creare posti di lavoro”.

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