Con ombrellone e sdraio in piazza Navona: protesta dei balneari a Roma

Stabilimento balneare (foto LaPresse)

ROMA, 5 APR – Con qualche sdraio, tanti ombrelloni e numerose bandiere dei ”bagni” più famosi d’Italia, quelli che a detta di molti hanno contribuito a creare l’immagine del Belpaese, sono tornati a far parlare di se’ i piccoli imprenditori del settore balneare.

Lo scenario è stato quello di Piazza Navona, praticamente a due passi dal Senato, con una breve sosta preliminare a piazza del Quirinale. E con richieste simili a quelle espresse nel recente passato: una legge quadro nazionale che tuteli le imprese già attive e faccia ordine nell’intricato sistema delle concessioni demaniali messo in crisi dalla ”direttiva servizi”, meglio conosciuta come Bolkenstein.

A chiamare a raccolta bagnini e proprietari di stabilimenti e ”bagni” sono stati anche questa volta il Sib-Confcommercio e la Fiba-Confesercenti. ”L’assenza di una nuova disciplina – hanno avvertito i presidenti delle due organizzazioni, Riccardo Borgo e Vincenzo Lardinelli – potrebbe portare alla cancellazione di 30 mila piccole e medie imprese a gestione familiare”. E tutto ciò potrebbe ”cancellare un patrimonio e una tradizione tutta italiana”, con un ”inevitabile e esteso contenzioso per la tutela dei nostri diritti, che porterebbe alla totale paralisi della balneazione attrezzata del nostro Paese, oltre che della giustizia amministrativa”.

Molte le testimonianze di solidarietà espresse dal piccolo palco della manifestazione. Tra queste quella del sindaco di Roma Gianni Alemanno che ha promesso di portare i primi cittadini italiani delle zone costiere, Capitale compresa, a Bruxelles per protestare. ”Domani – ha spiegato – chiederò in sede Anci che sia organizzata quanto prima questa manifestazione”. Ormai da troppi anni, ha proseguito Alemanno tra gli applausi dei presenti, ”sappiamo che le normative dell’Ue si prefiggono lo scopo nobile di attivare i principi di concorrenza, ma il più delle volte finiscono con il garantire i vantaggi e i privilegi dei grandi gruppi economici”.

Tra i presenti anche il leader dell’Idv Antonio Di Pietro, che ha chiesto ”di passare dalle parole ai fatti”, annunciando di aver presentato un emendamento per il riconoscimento delle imprese balneari e per l’esclusione di queste dalla direttiva Bolkenstein”. A Piazza Navona è apparso anche l’ex sindaco di Roma e leader dell’Api Francesco Rutelli, che ha tenuto a ricordare ”l’importanza del turismo balneare per l’economia italiana”.

Piuttosto critico col governo Armando Cirillo del Pd, che ha ricordato come finora ”non è stata ancora archiviata la procedura d’infrazione 2008-4908 aperta dall’Ue a causa dello scarso impegno dell’esecutivo e non è stata avanzata una proposta organica sulle concessioni demaniali”. Dito puntato anche da parte di David Favia dell’Idv, a detta del quale ”corriamo il serio rischio di vedere le nostre spiagge in mano a colossi come Autogrill, McDonald e addirittura Mondadori”.

Lancia l’allarme anche Deodato Scanderebech dell’Udc: ”Trentamila aziende a conduzione familiare rischiano di vedere frantumato il lavoro non solo di una vita ma di intere generazioni se il governo, oggi del tutto assente rispetto alle esigenze del turismo, non interviene in tempi celeri con una normativa che salvaguardi questo settore”.

Infine, il leader dell’Udc Pierferdinando Casini ha chiesto che ”la vicenda dei balneari non sia strumentalizzata da ‘certa’ opposizione. E non e’ questo il caso dell’Udc, che sul tema risulta essere pienamente allineata alla posizione del ministro Fitto”.

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