Opel, adesso Gm vuole tenersela e propone un piano da 4,3 miliardi di dollari. E la favolosa offerta Magna?

General Motors potrebbe non vendere più la Opel. Dopo il rinvio della decisione sulle due offerte in gara – quella della finanziaria Rhj e quella guidata dalla canadese Magna – il consiglio d’amministrazione del gruppo americano ha deciso venerdì scorso 21 agosto di accogliere il suggerimento dei suoi advisor e di valutare quanto costerebbe il salvataggio della filiale europea.

La svolta clamorosa nelle trattative rischia di provocare un vero e proprio caso diplomatico tra gli Stati Uniti (il cui Governo è azionista al 61% di General Motors) e la Germania. La cancelliera Angela Merkel si è infatti sbilanciata nelle ultime settimane a favore dell’offerta presentata da Magna in cordata con le russe Sberbank e Gaz. Agli occhi del Governo tedesco, quest’ultima cordata avrebbe il vantaggio di minimizzare la perdita di posti di lavoro e – cosa non trascurabile – di impedire un ritorno in sella di General Motors in un prossimo futuro. L’azienda americana invece, ora che è uscita dall’amministrazione controllata, vorrebbe mantenere il più possibile i legami con Opel, con la quale sono già in atto significative sinergie sugli acquisti e sui modelli di auto medio piccoli.

Il «Financial Times» parla di una ricerca da parte di Gm di 3 miliardi di euro, equivalenti a 4,3 miliardi di dollari. A fronte di un piano di risanamento credibile, non è detto che una quota dei finanziamenti non possa arrivare dalla stessa casa madre Usa; il Governo americano non sarebbe certo felice di veder utilizzare i propri fondi all’estero, ma l’investimento potrebbe essere giustificato con il mantenimento di sinergie importanti dal punto di vista industriale.

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