Operai Fiat scrivono a Renzi: “Lunedì incontri anche noi a Grugliasco”

Operai Fiat scrivono a Renzi: "Lunedì incontri anche noi a Grugliasco"
Operai Fiat scrivono a Renzi: “Lunedì incontri anche noi a Grugliasco”

GRUGLIASCO (TORINO) – Gli operai Fiat scrivono al presidente del Consiglio, Matteo Renzi: “Le chiediamo un incontro per spiegarle il nostro punto di vista e le nostre preoccupazioni sul comparto auto nella provincia di Torino”.

Nella lettera, riportata da Stefano Parola su Repubblica, i delegati sindacali e i lavoratori iscritti alla Fiom della Maserati di Grugliasco e della Alfa Romeo di Mirafiori chiedono un incontro con il premier per lunedì prossimo, 30 giugno, quando Renzi sarà proprio a Grugliasco per partecipare all’assemblea dell’Unione industriale di Torino. Come sottolinea Federico Bellono, segretario provincia Fiom, “sarebbe un’occasione persa per Renzi se, venendo a Torino, si limitasse a ascoltare la voce degli industriali e della Fiat e non anche quella dei lavoratori”.

Scrivono i lavoratori:

“Egregio presidente del Consiglio, siamo a richiederle un incontro per illustrarle direttamente il nostro punto di vista e le nostre preoccupazioni sul futuro produttivo e occupazionale del comparto auto (e non solo) della provincia di Torino.

Le ricordiamo che solo nel torinese ci sono ancora oltre 4.000 lavoratori di Mirafiori in cassa integrazione praticamente a zero ore, a cui se ne aggiunge un numero ben più cospicuo nell’indotto e nelle altre realtà del gruppo Fiat. E ad oggi proprio Mirafiori resta un emblematico punto interrogativo, perché agli annunci e alle promesse di questi mesi (e di questi anni) non stanno seguendo i conseguenti investimenti”.

Dipendenti e sindacalisti Fiom temono che non ci sia lavoro a sufficienza per tutti gli addetti in cassa integrazione. Descrivono la situazione di Torino:

“A partire dal 2008 migliaia di persone hanno perso il loro posto di lavoro, soprattutto a causa della crisi dell’auto. Diverse aziende hanno chiuso i battenti, sono fallite, hanno licenziato trascinando verso il basso non solo la filiera produttiva dell’automotive ma anche l’economia generale della nostra città”.

“Lo ricordava, giustamente, pochi giorni fa anche l‘arcivescovo di Torino, che sottolineava come ‘sempre più persone in difficoltà chiedono se in questa città c’è ancora posto per loro e molti si trovano senza risorse'”.

 

 

 

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