La corsa dell’oro senza freni verso quota 1.590 dollari l’oncia

SINGAPORE – La corsa sfrenata del prezzo dell’oro è proseguita giovedi per la quinta seduta consecutiva con un altro record,  sospinto dal forte indebolimento del dollaro, dal persistere delle tensioni nel mondo Arabo, dalle preoccupazioni per la crisi nell’eurozona e dalla situazione economica negli Stati Uniti.

Il prezzo del metallo giallo ha raggiunto nelle contrattazioni spot il prezzo di 1.508,50 dollari l’oncia, per poi ripiegare leggermente a 1.506,70 dollari. Altro record anche sul mercato americano dei futures, dove l’oro è arrivato per la prima volta a 1.509,5 dollari l’oncia.

La corsa del metallo giallo, che dura ormai da un decennio, secondo la Reuters potrebbe continuare ancora per quattro anni, sebbene ad un ritmo inferiore, con i rischi inflazionistici parzialmente diminuiti in virtù di prevedibili migliori condizioni economiche globali.

Sulla scia della corsa dell’oro, e causa la minaccia di un declassamento dell’attuale tripla A del credito americano, anche l’argento ha toccato il maggior picco da 30 anni. Il rapporto oro-argento – il numero di once di argento necessario per comprare un’oncia d’oro – è sceso al livello più basso dal 1983.

”Il fatto è”, rileva David Lennox, analista di materie prime alla Fat Prophets, una “research house” indipendente dedicata alla produzione di analisi dei mercati borsistici internazionali ed alla assistenza di investitori privati nella strutturazione e gestione di portafogli di investimento, ”che agli occhi degli investitori che contano gli Stati Uniti hanno già perso il loro rating tripla A quando l’oro ha infranto la barriera dei mille dollari l’oncia”.

Lennox ha così proseguito: ”Non credo che quello che gli investitori considerano il rating reale americano migliorerà in tempi brevi, ed è questo che ci induce a prevedere il continuo aumento del prezzo dell’oro. Secondo le nostre valutazioni il prossimo traguardo sarà di 1.590 dollari l’oncia”.

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