Il prezzo dell’oro ha di recente raggiunto il massimo storico: il record è arrivato il 16 luglio, ma gli analisti prevedono nuovi picchi.
Il 16 luglio 2024, il prezzo dell’oro ha toccato i 2.483 dollari per oncia (un’oncia troy d’oro, che equivale a 31,1035 grammi). La quotazione continua dunque a mostrare un’evidente tendenza al rialzo: la crescita va ormai avanti da molti anni, con poche e poco rilevanti fluttuazioni. Analizzando quanto è accaduto sul mercato negli ultimi cinque anni, anche i meno avvezzi alle questioni finanziarie potranno rendersi conto dell’andazzo: il prezzo dell’assett è lievitato praticamente senza sosta. Nel 2019, il prezzo medio dell’oro era di circa 1.393 dollari per oncia. E ora, a distanza di un quinquennio, quel valore è vicino ai 2.500 dollari.
Ciò che bisogna fare è domandarsi a cosa è dovuto questo aumento. In secondo luogo, ha senso chiedersi se la tendenza è destinata a esaurirsi, attenuarsi o confermarsi. In altre parole: conviene ancora investire sull’oro o è troppo tardi? Studiare ciò che è accaduto nell’ultimo decennio (concentrandosi in particolar modo sul periodo post-pandemico) può di certo aiutare a capire come il bene rifugio per eccellenza sia tornato a essere uno dei target preferiti dagli investitori.
Gli analisti spiegano che l’aumento del prezzo dell’oro è dovuto a vari fattori. Si tirano in ballo le recenti tensioni geopolitiche, le aspettative di tagli dei tassi di interesse da parte della BCE e soprattutto della Federal Reserve, il calo dell’inflazione, la crisi delle miniere storiche (dal 2013 non vengono più scoperte grandi miniere d’oro) e l’aumento della domanda da parte delle banche centrali.
Riguardo alle tensioni geopolitiche, come la guerra in atto fra Russia e Ucraina, l’interpretazione è quella classica: le incertezze globali spingono gli investitori a cercare beni rifugio (beni che rivelano un valore intrinseco e che non dovrebbero svalutarsi nemmeno a seguito di un incremento del livello generale dei prezzi). E l’oro, in quanto investimento finanziario difensivo, è il titolo che più piace ai risparmiatori e che più dà sicurezza.
Rispetto alle aspettative sui tagli dei tassi di interesse (da parte della Federal Reserve soprattutto), bisogna sapere che sia in positivo che in negativo, cioè con o senza tagli, in situazioni di attesa, l’attrattiva dell’oro è alta. L’oro è una forma di investimento che non genera interessi e, se i tassi di interesse reali sono bassi o negativi, il metallo diventa più attraente rispetto ad altri investimenti che offrono rendimenti incostanti. Con i tassi alti, per contro, l’oro conquista i risparmiatori come protezione contro l’incertezza economica e il pericolo recessione.
L’oro è poi storicamente visto come una copertura contro l’inflazione. Ma anche in questo caso, anche quando l’inflazione sembra destinata a calare, capita che il bene possa comunque essere molto richiesto. È una conseguenza della crescita della domanda da parte delle banche centrali (in periodi di crescita economica, l’acquisto dell’oro è una strategia di diversificazione delle riserve). Inoltre, un dollaro debole può aumentare il prezzo dell’oro, poiché il bene rifugio è quotato in dollari e diventa più economico per gli investitori che utilizzano altre valute.
Le previsioni per il prezzo dell’oro nel prossimo anno sono più che positive: il record di 2.483 dollari potrebbe dunque presto essere presto superato. La maggior parte degli analisti parla di un aumento continuo. J.P. Morgan prevede che la quotazione del metallo raggiungerà i 2.500 dollari per oncia entro la fine del 2024. Altre agenzie suggeriscono che il prezzo potrebbe addirittura salire fino a 2.700 dollari.
Quando si parla di investire in oro, non si indica mai una sola via. Ci sono tuttavia opzioni d’investimento più diffuse, perché più pratiche e sostenibili. Tutti, anche coloro che hanno poca dimestichezza con la borsa, potrebbero per esempio investire in oro fisico. Si tratta di acquistare lingotti o monete (in certi casi anche gioielli, che però raramente sono a 24 carati, quindi compatibili con il troy). Un simile metodo d’investimento implica impegno in tre azioni fondamentali: pagare per comprare al momento giusto, gestire con attenzione la conservazione del bene e procurarsi un’assicurazione.
L’altra opzione concerne gli ETF. Gli exchange-traded funds sull’oro permettono di investire sul bene senza doverlo possedere fisicamente. Sono fondi che seguono il prezzo del metallo e che possono dunque essere acquistati e venduti come azioni.
Si può anche provare a investire in azioni di società che estraggono oro: l’obiettivo in questo caso è di mettere le mani sui dividendi o di godere di interessi alti. E non è tutto: in tanti si mettono alla prova speculando sul prezzo futuro dell’oro: si fa con i futures o con il trading online. Ci sono infine alcuni fondi comuni di investimento che includono l’oro nel loro portafoglio.
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