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Pagamento tra le imprese, sempre più ritardi: in media 89 giorni

di admin |21 Febbraio 2012 11:01

MILANO – Servono in media 89 giorni perche’ avvenga un pagamento tra le imprese italiane. Il dato, in aumento dall’inizio della crisi, viene dalle rilevazioni del Cerved Group, secondo le quali i ritardi rispetto ai tempi concordati – anch’essi in progressivo aumento – hanno raggiunto una media di oltre 23 giorni. Va male anche su un altro fronte: nel 2011 sono state 43.000 le societa’ cui e’ stato levato un protesto o una cambiale, con un calo del 4,2% rispetto al 2010 ma in aumento del 33% sul 2007, l’ultimo anno pre-crisi.

”Questo diffuso allungamento dei pagamenti – commenta Stefano Matalucci, direttore marketing di Cerved Group – e’ stato accompagnato da una maggiore polarizzazione nei comportamenti delle imprese”, ma soprattutto con una crescente presenza di societa’ in grave ritardo, tornata sui massimi osservati nel periodo piu’ nero della crisi: nel quarto trimestre dell’anno scorso erano il 7,2% delle aziende ha accumulato ritardi di oltre due mesi rispetto ai tempi concordati, rispetto al 6% del trimestre precedente.

Il fenomeno dei crescenti ritardi ha coinvolto tutta l’economia, con situazioni piu’ gravi tra le aziende operanti nel terziario (26,1 giorni di dilazione) e nelle costruzioni con 23,9 giorni, mentre nell’industria i ritardi si attestano a 16,5 giorni medi. Secondo i dati Cerved, gruppo leader nell’analisi delle imprese e nella valutazione del rischio di credito, anche dal punto di vista territoriale, l’aumento dei tempi di pagamento e’ generale e riguarda tutta la Penisola, con ritardi oltre i 25 giorni nel Nord Ovest, nel Centro e nel Mezzogiorno e nettamente inferiori nel Nord Est (15,3 giorni).

La presenza di imprese in grave ritardo ha raggiunto livelli preoccupanti in particolare nelle regioni del Mezzogiorno: hanno superato i due mesi di ritardo il 14,9% delle aziende siciliane, il 13,3% delle Calabresi, il 12,6% delle Campane, l’11,8% delle Molisane, l’11,3% della Basilicata e l’11,2% della Puglia. Nei protesti si e’ invece interrotta la tendenza positiva che si era manifestata nella seconda meta’ del 2011. Piu’ in particolare, nel quarto trimestre si e’ registrato un incremento del 3,3% di societa’ protestate rispetto allo stesso periodo del 2010, con una situazione di maggiore difficolta’ nell’edilizia e nel terziario, rispettivamente con incrementi del 63% e 36% rispetto al periodo pre-crisi.

”Gli effetti della nuova recessione non hanno tardato a manifestarsi sul mondo delle imprese: da giugno in poi sono tornati ad aumentare i protesti e i ritardi nei pagamenti, interrompendo il lento ritorno verso la normalita”’, conclude Matalucci.

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