Un inaspettato decreto getta nel panico i beneficiari del bonus: arrivano nuovi adempimenti e sorge il rischio di dover restituire tutto.
Con il decreto del Presidente del Consiglio dei Ministri del 17 settembre sono state stabilite le nuove modalità di comunicazione delle spese effettuate. Quelle relative agli interventi collegati al diritto di godere dell’incentivo. Il contesto è quello principali bonus edilizi ancora attivi. Si parla dunque del Superbonus e del Sismabonus per gli anni 2024 e 2025. I nuovi adempimenti creano un certo panico soprattutto nei potenziali beneficiari del Superbonus, ovvero in coloro che si erano già dovuti affrettare per presentare entro il 30 settembre il visto di conformità da parte di un commercialista (o di un esperto contabile) e tutti gli altri documenti richiesti dalla precedente normativa.
Il visto di conformità, che certifica che tutto sia in regola e che le spese siano state correttamente redatte e dichiarate, è un documento essenziale: chi non è riuscito a presentarlo in tempo utile potrebbe anche vedere la propria domanda rigettata. In pratica, coloro che hanno avuto difficoltà a ottenere o a presentare entro la scadenza il visto di conformità per il Superbonus incontreranno ora serie difficoltà. Il visto è, per norma, il riferimento utile ad attestare che la documentazione prodotta rispetti tutti i presupposti essenziali affinché scatti il diritto alle detrazioni fiscali relative ai lavori edilizi.
Senza il visto di conformità, insomma, non è possibile beneficiare delle detrazioni fiscali previste dal Superbonus. Inoltre, se il visto di conformità risulta falso o contiene dati infedeli, l’incentivo potrebbe essere revocato del tutto. Non solo: potrebbero anche essere applicate delle sanzioni (sia per il tecnico abilitato che per i beneficiari).
E, come se non bastasse, sono appunto arrivati tutti i adempimenti da rispettare. Bisogna quindi preoccuparsi di risolvere altre questioni prima di poter ottenere la detrazione fiscale promessa dal bonus. Nella fattispecie è necessario attivarsi per recapitare la comunicazione obbligatoria delle spese sostenute per i lavori di riqualificazione energetica e interventi antisismici.
Il decreto di settembre prevede infatti che le informazioni sulle spese sostenute per riqualificazione energetica e riduzione del rischio sismico debbano essere trasmesse per tempo. A chi? All’ENEA e al PNCS (il portale nazionale delle classificazioni sismiche). Ed entro una certa data, appunto. Le scadenze per la trasmissione delle informazioni variano ovviamente a seconda del tipo di intervento e della data di approvazione dei SAL (dello stato di avanzamento dei lavori).
E, anche in questo caso, se questi adempimenti non vengono rispettati, si rischia la perdita dell’agevolazione fiscale. Quindi, oggi, per usufruire del Superbonus, è necessario non solo presentare tutti i documenti di base che attestano il diritto a ottenere l’incentivo (atti che dimostrano la proprietà dell’immobile o il diritto a intervenire sulla proprietà, dati catastali, autorizzazioni amministrative per i lavori, relazioni tecniche asseverate, fatture e bonifici, visto di conformità…) ma bisogna pure inviare all’ENEA e al PNCS la comunicazione di spesa.
Quali dati comunicare, dunque? Si devono riferire i dati catastali dell’immobile con l’ammontare delle spese sostenute nel 2024 (alla data di entrata in vigore del decreto). Ci vogliono pure l’ammontare delle spese che si prevede di affrontare dopo tale data (fino a tutto il 2025) e le percentuali di detrazioni spettanti.
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