Un bonus davvero importante fino a 40.000 euro per le famiglie che decidono di aprirsi a nuove prospettive. Gli aiuti, in realtà, sono molteplici.
Si tratta sostanzialmente di compiere una scelta di vita. Un’inversione di tendenza, che però potrebbe essere interpretata come un ritorno alla tradizione. L’Italia alle prese con una crisi economica e sociale ormai sistemica potrebbe rinascere soltanto cominciando a promuovere percorsi di vita alternativi.
Per esempio, si potrebbe cambiare mettendo di nuovo al primo posto la qualità della vita rispetto ad altri valori che appaio il più delle volte come imposti dal mercato o dal conformismo. Al di là di possibili generalizzazioni e semplificazioni, è sulla provincia e sui piccoli paesi che politica e popolazione dovrebbero investire per poter rilanciare l’economia nazionale.
Nel Novecento, l’Italia ha conosciuto un tremendo fenomeno di spopolamento delle arie rurali, montane e provinciali. La gente, attratta da migliori prospettive di vita, ha abbandonato piccoli borghi e paesini per trasferirsi nelle grandi città. Ed è così che la provincia ha perso tante attività economiche locali (negozi, ristoranti, servizi, piccole imprese produttive) a causa della diminuzione della domanda determinando una vera e propria spirale di declino economico.
Il nostro Paese non è mai stato territorio di grandi industrie: l’Italia è cresciuta con le attività locali, con gli artigiani e i piccoli imprenditori che oggi soffrono schiacciati dai costi troppo elevati della città (affitti alle stelle, prezzi fuori controllo…). Recuperare i borghi storici significherebbe far rinascere il vero patrimonio paesaggistico, culturale e architettonico italiano, dare maggiore controllo e manutenzione al territorio e promuovere sistemi di vita più a misura d’uomo. Senza incentivi, però, è difficile poter promuovere una simile inversione di tendenza.
Tante Regioni stanno introducendo incentivi e generosi contributi a fondo perduto per poter attrarre nuovi abitanti nei piccoli comuni montani che stanno subendo uno spopolamento. In genere, gli aiuti sono rivolti alle giovani coppie o alle famiglie a basso reddito: l’obiettivo è far ritornare a splendere la vita attiva e comunitaria in varie aree oggi poco curate e popolate. In Emilia-Romagna, per esempio, c’è un bando che offre fino a 30.000 euro di contributi alle famiglie con basso ISEE che scelgono di trasferirsi in un piccolo Comune dell’Appennino.
Anche il Piemonte offre un bel bonus per le famiglie disposte a ripopolare un piccolo paesino ad alta quota: qui l’aiuto arriva fino a 40.000 euro e riguarda quasi cinquecento Comuni delle Alpi. Iniziative del genere sono state promosse negli anni anche dalla Toscana, dalle Marche, dal Molise, dal Lazio, dall’Abruzzo, dalla Sardegna e dalla Calabria.
In quest’ultima Regione, per esempio, è possibile trasferirsi in più di cinquanta Comuni a più di 700 metri sul livello del mare e ottenere finanziamenti regionali pari a circa 30.000 euro una tantum. A livello nazionale, invece, il Governo ha promosso il cosiddetto bonus Montagna 2024 destinato agli under-41 a sostegno degli investimenti nelle comunità montane. L’aiuto offre agevolazioni fiscali e prestiti agevolati per chi punta alla creazione di nuove imprese in montagna e alla riqualificazione degli immobili in piccoli borghi.
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