Partite Iva, nel 2015 la grande fuga dall’Inps

Partite Iva, nel 2015 la grande fuga dall'Inps
Partite Iva, nel 2015 la grande fuga dall’Inps (manifesto del seminario di Acta, associazione di categoria)

ROMA – Partite Iva, nel 2015 la grande fuga dall’Inps. Questo sarà l’anno della grande fuga dei lavoratori autonomi con partita Iva dalla gestione separata dell’Inps. Il popolo delle partite Iva, 1,3 milioni di persone, è pronto a migrare verso altri lidi previdenziali, altre casse contributive meno onerose di Inps: la riforma Fornero ha previsto l’aumento graduale dei contributi della gestione separata dal 27,72% del reddito fino al 33,72% (dal 2013 al 2018 quando la tassazione sarà a regime).

Fuga dalla gestione separata. L’ultima legge di Stabilità del governo Renzi ha nel frattempo revocato il congelamento di due anni degli aumenti, con l’aliquota che si attesta al momento al 30,72%. Troppo per l’esercito di lavoratori autonomi che comprende informatici, consulenti di marketing, di organizzazione o di qualità, traduttori, pubblicitari, formatori, comunicatori, creativi delle aziende editoriali e dei media, grafici, designer.

E professionisti come ingegneri e architetti. Dove andranno? Molti si rivolgeranno alle casse di artigiani (a regime pagheranno il 24% del reddito per i contributi) e commercianti. Antonio Sciotto su L’Espresso illustra le strategie di evasione dalla gestione separata (il seminario dell’associazione di categoria Acta è significativamente intitolato “Vuoi fuggire dalla gestione separata?”).

Per chi non ha un ordine di riferimento – con relativa cassa verso cui traslocare – le opzioni per fuggire dalla gestione separata sono varie . La prima è quella di accedere alle gestioni di commercianti e artigiani: sempre all’interno dell’Inps, ma con una contribuzione più bassa, determinando quindi una perdita netta di introiti per l’istituto.

Oppure si possono creare delle società di persone: in accomandita semplice (sas) o in nome collettivo (snc). O, ancora, si può ricorrere alla cessione dei diritti d’autore. I contributi versati alle diverse casse si possono unificare gratuitamente, tramite “totalizzazione” (differente è il caso della “ricongiunzione”, applicato ad alcune fattispecie, che invece prevede un onere). (Antonio Sciotto, L’Espresso)

Corsa di fine anno ad aprire la partita Iva per approfittare delle vecchie regole sui cosiddetti regimi dei ‘minimi. A novembre si è registrato un vero e proprio boom (+84%), in particolare tra gli under 35. E’ uno dei primi effetti della legge di Stabilità che introduce a partire da gennaio 2015 un nuovo regime forfetario per gli autonomi, fortemente voluto anche per bilanciare gli interventi in favore dei dipendenti, come il bonus degli 80 euro, ma altrettanto fortemente criticato dai diretti interessati proprio perché sebbene allargasse la platea di fatto si traduceva in un nuovo svantaggio in particolare per i giovani professionisti.

A novembre scorso, secondo i dati del Tesoro, si è registrato un +15,5% rispetto al 2013, dovuto in gran parte alle nuove adesioni al regime fiscale di vantaggio (quasi 12mila) perché, come dice la stessa nota del ministero dell’Economia, “è possibile che alcuni abbiano anticipato l’apertura della partita Iva entro la fine del 2014, ritenendo il regime allora in vigore più vantaggioso”.

Il regime di vantaggio, in vigore fino al 2014, limita l’imposta dovuta al 5% degli utili dichiarati e poteva essere mantenuto per cinque anni, o fino a 35 anni. Il nuovo regime forfetario, invece, può essere invece mantenuto senza limiti di tempo ma fissa l’aliquota di imposta al 15% del reddito (con requisiti che variano tra 15.000 e 40.000 euro anche in base all’attività esercitata).

 

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