
Pasticcio acconti Irpef, il governo Meloni per una volta ascolta la Cgil. Correzione in vista (foto Ansa-Blitzquotidiano)
Il governo metterà una pezza a quello che a tutti gli effetti è risultato un pasticcio, a proposito degli acconti Irpef. Il “paradosso” fiscale (Sole 24 Ore) per cui la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef invece di diminuire le tasse si è tradotta in un aumento, almeno in sede di acconto, appunto.
Cortocircuito tra riforma Irpef e manovra
Per la Cgil una “clamorosa ingiustizia”, per di più perpetrata ai danni dei soli lavoratori dipendenti e dei pensionati, “gli unici che pagano per intero le imposte”. E il governo è stato costretto ad ammettere l’errore, annunciando una correzione normativa.

“In considerazione dei dubbi interpretativi posti, e al fine di salvaguardare tutti i contribuenti interessati, il governo interverrà anche in via normativa per consentire l’applicazione delle nuove aliquote del 2025 per la determinazione dell’acconto. L’intervento sarà realizzato in tempo utile per evitare ai contribuenti aggravi in termini di dichiarazione e di versamento”. Questa la nota del Mef.
In pratica, questo il paradosso e l’ingiustizia conseguente, per il calcolo degli acconti relativi ai periodi d’imposta 2024 e 2025, allo stato attuale, si continueranno ad applicare aliquote e detrazioni non più in vigore dal 2024, da quando cioè è entrata in vigore la riduzione da quattro a tre delle aliquote Irpef. Aliquote non più in vigore e nettamente superiori alle attuali.
Cgil: “Di fatto un importo non dovuto”
Per cui, ha calcolato la Cgil, “una dichiarazione 2025 con un rimborso di 165 euro, a seguito di questo ricalcolo viene determinato un acconto di 95 euro, che verrà restituito con la dichiarazione del 2026, qualora la situazione di questo lavoratore non dovesse subire modifiche; di fatto un importo non dovuto. Ma a prescindere da questo, anche un soggetto esonerato dalla presentazione della dichiarazione, con un reddito da lavoro dipendente superiore a 8.500 euro (no tax area), presentando il 730 dovrà pagare un acconto Irpef 2025. E spesso la dichiarazione non è un’opzione, ma una necessità, per esempio se si intende chiedere un mutuo per acquistare una casa”.
Il viceministro dell’Economia Maurizio Leo sta preparando un intervento da 250 milioni di euro per evitare penalizzazioni ai contribuenti in vista della prossima dichiarazione dei redditi. Da quale fondo attingerà quei 250 milioni non è dato sapere. Ma questa è un’altra storia, ancora.