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Patrimoniale con premio: prelievo obbligatorio nel fondo immobiliare

di Warsamé Dini Casali |15 Novembre 2011 13:00

ROMA – Serve una patrimoniale ma solo la parola fa venire una reazione allergica: si discute allora, in alternativa, di una sottoscrizione obbligatoria di quote di un fondo immobiliare pubblico ad hoc. Sottoscrizione che sarebbe a carico dei redditi medio alti, diciamo dagli 80/100 mila euro in su. Al Ministero del Tesoro, in stretta collaborazione con la Banca d’Italia, è stata partorita l’idea che potrebbe metter d’accordo i partiti recalcitranti ma obbligati a sostenere il tentativo di Monti di aggiustare i conti, in fretta e senza altri rinvii. La misura avrebbe il doppio vantaggio di assicurare un immediato riscontro finanziario evitando di deprimere ulteriormente i consumi e la crescita.

In pratica al sottoscrittore verrebbe risparmiato il salasso di un prelievo forzoso che toglie senza offrire un corrispettivo tangibile, se non il patriottico ma poco spendibile individualmente salvataggio del sistema paese. Mano a mano che il Fondo procederà alla vendita del patrimonio immobiliare di Stato o anche solo alla sua rivalutazione il sottoscrittore potrà monetizzare l’investimento coatto, convertendo le quote in contante.  Con la prospettiva per il contribuente di fare un buon affare.

I tecnici al lavoro su questa ipotesi stimano una raccolta di 25 miliardi per i prossimi cinque anni. Una cifra tutt’altro che disprezzabile, da reinvestire in misure concrete per la crescita. D’altra parte la dismissione di patrimonio pubblico, in particolar modo di quello abitativo, viene da anni sempre inserita tra le misure urgenti e da realizzare. Purtroppo è sempre rimasta lettera morta: anche nell’ultima legge di stabilità è previsto il conferimento a fondi immobiliari la vendita o la valorizzazione di immobili pubblici. La proposta della sottoscrizione con ricompensa potrebbe finalmente accelerare la messa a punto degli strumenti operativi, gli intermediatori finanziari per la gestione dei beni e relativa assegnazione al fondo.

La stima del tesoro in case, ospedali, caserme, edifici in mano a Stato, Regioni, Comuni, Provincie, Asl, Università ed enti vari è di almeno 420 miliardi di euro. La previsione di gettito tramite la sottoscrizione poggia sulla certezza che una fetta enorme di quel patrimonio è altamente inutilizzato o sottostimato. Solo i Comuni detengono un capitale improduttivo in case e palazzi che oscilla tra i 20 e i 40 miliardi. Un capitolo a parte riguarda il vasto patrimonio privato di case non utilizzate: 30 milioni di vani deserti o affittati in nero. Intervenire su tale questione potrebbe avvicinare il governo alle proposte del Pd: l’introduzione di una forte patrimoniale a carattere progressivo sui grandi patrimoni immobiliari. Uno 0,5% sui valori superiori a 1,2 milioni di euro e dello 0,8% sopra il milione e 700mila.

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