ROMA – Cina e Giappone siglano a sorpresa un patto sulle valute che certifica, almeno nelle intenzioni, il depotenziamento del dominio del dollaro americano. Pechino e Tokyo si sono alleate firmando un accordo che prevede di ridurre l'utilizzo del biglietto verde negli scambi commerciali tra le due nazioni asiatiche e di consentire quindi un interscambio direttamente in yen e yuan. Finora, circa il 60% degli scambi commerciali tra Cina e Giappone – stando ai dati riportati da un funzionario nipponico – vengono regolati in dollari.
La mossa punta anche a rafforzare le relazioni tra i due Paesi visto che Tokyo si e' impegnata ad acquistare titoli di Stato di Pechino e apre cosi' per la prima volta le riserve in valuta estera al debito in yuan in modo da poter reinvestire il nuovo flusso di moneta cinese. Una novita' che per il ministro tedesco delle Finanze, Wolfgang Schaeuble, rappresenta un pungolo anche per la ricerca di una maggiore unita' europea.
L'intesa è stata siglata al termine dell'incontro tra il premier cinese Wen Jiabao e il primo ministro giapponese Yoshihiko Noda dopo che negli ultimi tempi la Cina si e' detta determinata a promuovere la propria valuta negli scambi internazionali. Per ora l'annuncio ha piu' che altro valore simbolico, visto che la Cina troppo ancora deve fare in termini di riforme dell'economia per poter competere con valute come il dollaro e l'euro.
Ma resta il fatto che la svolta è dettata in buona parte dalla preoccupante fase di fragilita' dell'area euro-dollaro spingendo Pechino ad acquisire un ruolo di maggiore rilevanza sullo scenario mondiale per rispondere all'esigenza, piu' volte manifestata dalle altre grandi economie emergenti, di un generale riposizionamento fra le maggiori valute.
Anzi, agli occhi del ministro delle finanze tedesco Wolfgang Schaeuble il patto Cina-Giappone rappresenta quasi una sfida che mette sotto i riflettori l'importanza di una ''Europa unita e di una moneta comune che ci da' buone chanches di perseguire i nostri interessi e l'opportunita' di realizzarli a livello mondiale''.
E se Pechino punta a ridurre la dipendenza dal dollaro e a promuovere lo status della propria moneta, il Giappone da tempo ha rilanciato il suo attivismo finanziario approfittando delle proprie ampie riserve valutarie per compensare la perdita di competitivita' internazionale: ''le riserve estere possono essere per il Giappone uno strumento efficace per renderne visibile l'influenza a livello globale – spiega a Bloomberg il capo economista di JpMoprgan Chase a Tokyo, Masaaki Kanno che e' anche un ex dealer della Banca centrale giapponese – per ora e' ancora uno scenario lontano, ma le recenti mosse del Giappone sono considerate un passo significativo verso una possibile unificazione delle economie asiatiche''.
Cosi', gli accordi bilaterali chiusi fra Cina, Giappone e India aiutano ciascun Paese a far fronte agli stress economici a finanziari con Tokyo che vuole rafforzare l'utilizzo dello yuan cinese dopo che la Cina e' diventata da seconda economia mondiale, mentre l'India punta a difendersi dai rischi finanziari legati dal crollo della rupia che ha chiuso l'anno con un ribasso del 16% nel cross con il dollaro.
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