Economia

Pensione addio: alcuni contributi diventano inutili e va ricalcolato se hai diritto

Purtroppo non tutti i contributi sono utili a far salire il livello della pensione: in alcuni casi non servono nemmeno per il diritto.

Per raggiungere la pensione, ordinaria o anticipata, è fondamentale poter godere di un numero opportuno di contributi. In molti casi è difficile raggiungere il diritto alla prestazione proprio perché manca qualche anno di versamento.

Ed è in questo specifico ambito che possono rivelarsi fondamentali i contributi figurativi. Ma c’è un problema di fondo: non tutte le tipologie di contributi vengono accreditate in automatico dall’INPS.

Inoltre, i lavoratori sono spesso preoccupati dal fatto che i contributi figurativi possano rivelarsi inutili per accedere alla pensione. Tale ansia non è immotivata. Anche se in generale non sussistono limiti all’utilizzo dei contributi figurativi per la pensione, si evidenziano in effetti alcuni casi in cui questi si pongono e diventano chiare penalizzazioni.

Il problema è che non tutti i contributi fanno salire il livello della pensione. Ancora più grave è la situazione in cui questi non hanno validità per l’ottenimento del diritto stesso al pensionamento. Per capire il motivo di questo limite, è opportuno distinguere il contributo “puro” da quello figurativo.

Quelli puri sono obbligatori, versati per l’intera durata dell’attività di lavoro. In caso di lavoro dipendente, sono a carico in parte del lavoratore e in parte del datore di lavoro. Quando il lavoro è autonomo o si parla di liberi professionisti, vengono versati interamente di tasca propria.

I contributi inutili per la pensione: i chiarimenti da parte dell’INPS

Secondo l’INPS, nelle gestioni pensionistiche dei lavoratori pubblici o in quelle dei lavoratori privati, i contributi figurativi vanno interpretati invece come accreditati senza onere a carico dei dipendenti.

Sono infatti contributi che si riferiscono a periodi individuati dalla legge, in cui, nonostante si sia verificata un’interruzione (o una riduzione) dell’attività lavorativa, è comunque garantita la copertura contributiva. Sono pagati dall’ente previdenziale per coprire periodi come la malattia, la disoccupazione, congedo straordinario 104, la gravidanza.

I contributi inutili per la pensione: i chiarimenti da parte dell’INPS – blitzquotidiano.it

In generale, tali periodi esprimono schietta utilità per il conseguimento del diritto alla pensione (e anche per il suo calcolo). Ma non tutti questi contributi fanno salire il livello del trattamento previdenziale. Ed esistono poi dei casi specifici in cui, con i contributi, non si raggiunge nemmeno il diritto alla pensione. Tale fattispecie riguarda anche i figurativi.

In pratica, non sempre la contribuzione figurativa consente di arrivare prima al pensionamento. Lo sconto è possibile quando il trattamento pensionistico prevede il rispetto di un requisito contributivo ma non implica la necessità di conformarsi ad alcun requisito anagrafico. Il che non è mai contemplato dal sistema attuale e dalle forme di pensionamento anticipato.

I contributi inutili per la pensione: i chiarimenti da parte dell’INPS – BlitzQuotidiano.it

In più, secondo le regole in vigore, i periodi figurativi che eccedono i cinque anni, pur essendo utilizzati per il calcolo della pensione, non valgono per il raggiungimento dei 42 anni e 10 mesi di contributi che occorrono agli uomini (per le donne il requisito anagrafico è di 41 anni e 10 mesi) utili per accedere alla pensione anticipata (quota 103).

In teoria, l’accredito di contribuzione figurativa non abbassa l’importo del trattamento pensionistico, a meno che non siano previsti dei tetti massimi, come nel caso dell’indennità di disoccupazione NASpI o del congedo straordinario legge 104. Ci sono tuttavia dei casi in cui i limiti massimi di accredito figurativo fanno anche scendere l’importo della pensione. Per esempio, quanto il lavoratore ha una retribuzione media piuttosto alta.

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Giuseppe Franza