Pensione di reversibilità anche ai figli, ai nipoti e agli ex: i nuovi beneficiari dell’assegno

Non solo ai coniugi: la pensione di reversibilità andrà anche ai figli e agli ex dei defunti. 

Già alcune riforme e interventi dei giudici hanno ampliato il diritto, in determinate condizioni, a separati, divorziati, superstiti di unioni civili, figli e nipoti. E adesso l’Inps stessa riesamina le istanze respinte, ci informa il Sole 24 Ore. 

Pensione di reversibilità anche agli ex e ai separati

Attualmente a fruire dell’assegno di reversibilità diretta o indiretta, nel caso in cui il lavoratore non abbia ancora maturato il diritto alla pensione ma abbia almeno 15 anni di contributi, è il coniuge, che ne incassa il 60% se è il beneficiario unico.

Nel caso in cui il coniuge concorra con altri familiari o superi certi limiti di reddito questa quota andrà tagliata. 

Diverso il caso di separati e divorziati. Nel primo caso, spiega il Sole 24 Ore, l’Inps ha riconosciuto il trattamento anche in favore del coniuge separato con addebito e senza diritto agli alimenti. 

Le domande finora respinte, se non passate in giudicato, potranno dunque essere riesaminate in questo senso.

Pensione di reversibilità ai divorziati

Il coniuge divorziato, dunque ex coniuge, invece, ha diritto alla reversibilità solo se non si è risposato, se il rapporto assicurativo del defunto precede la fine del matrimonio e se è titolare di un assegno di divorzio già sancito dal giudice con la pronuncia dello scioglimento del matrimonio o con la revisione delle disposizioni relative all’importo e alle modalità dei contributi da corrispondere.

Non basta, quindi, dimostrare di essere nelle condizioni per ottenerlo o di aver ricevuto regolarmente soldi dall’ex. 

 Se poi il defunto lascia sia un coniuge sia un divorziato titolare di assegno, la pensione di reversibilità andrà ripartita tra i due, tenendo conto della durata dei rispettivi matrimoni e delle eventuali convivenze more uxorio. Andranno considerati anche l’importo mensile e la condizione economica delle parti. 

Pensione di reversibilità a figli e nipoti

A fruire della pensione di reversibilità anche i figli minori, inabili al lavoro, maggiorenni fino a 21 anni se studenti o iscritti a corsi professionali e fino a 26 anni se studenti universitari.

Stesse condizioni per i nipoti, anche non conviventi con il defunto, e anche maggiorenni se orfani inabili al lavoro, purché a carico, inteso non in senso fiscale o come totale dipendenza ma come sostentamento continuativo. 

Assegno di reversibilità anche ai genitori a carico, fratelli o sorelle

Nel caso in cui non ci siano coniugi o figli, l’assegno di reversibilità andrà ai genitori a carico over 65 privi di pensione, ai fratelli celibi e alle sorelle nubili a carico, inabili al lavoro e sprovvisti di pensione.

Chi è escluso dalla pensione di reversibilità

Se i partner di unioni civili possono usufruire della pensione di reversibilità, da essa sono esclusi i conviventi di fatto e i superstiti di coppie omosessuali e di lunga durata, a meno che il decesso non sia successivo all’entrata in vigore della legge 76/2016 sulle unioni civili tra persone dello stesso sesso. 

Quando viene revocato l’assegno di reversibilità

Il diritto all‘assegno di reversibilità viene revocato nel caso in cui il coniuge si sposi o nel caso in cui i beneficiari perdano i requisiti per superamento delle soglie di età, per venir meno dell’inabilità al lavoro o perché fruiscono di un’altra pensione. 

 

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