La pensione ai superstiti non è solo di reversibilità: può spettare anche se il coniuge è morto prima di raggiungere la pensione.
Per legge, ottiene la pensione di reversibilità il coniuge superstite (anche se separato o divorziato, a condizione che sia titolare dell’assegno divorzile e non si sia risposato), secondo la fattispecie che concede ai familiari di un pensionato deceduto (che già percepiva una pensione, di vecchiaia, anticipata, o in altra forma) al momento della morte. Tale prestazione arriva in percentuale variabile in base alla presenza di figli a carico.
Se i coniugi non hanno figli a carico, il superstite può godere di una reversibilità pari al 60% della pensione percepita dal defunto. Al coniuge con un figlio spetta invece l’80%. Anche i figli, in quanto superstiti, hanno diritto a questa prestazione, ma solo fino al compimento dei diciotto anni (o fino ai ventisei anni se studenti universitari e totalmente a carico del genitore deceduto). Non spetta direttamente ai nipoti.
Ovviamente, i figli inabili al lavoro hanno diritto alla prestazione indipendentemente dall’età. Se il pensionato deceduto non ha lasciato coniuge o figli, la reversibilità potrebbe andare ai suoi genitori (se a carico e senza pensione), e anche ai fratelli e alle sorelle (solo se inabili al lavoro e sempre a carico del soggetto scomparso).
La pensione di reversibilità, in Italia, è stata introdotta molti, molti anni fa. La legge di partenza è il Regio Decreto Legge n. 636 del 14 aprile 1939. Quel decreto è stato successivamente modificato dalla Legge n. 3351 del 1995. Ed è dunque la normativa di trent’anni fa a stabilire le condizioni e i beneficiari di questa particolare prestazione pensionistica che lo Stato erogata ai familiari superstiti in caso di decesso del pensionato. Ma cosa succede se il coniuge muore prima di arrivare alla pensione?
La normativa vigente prevede che la prestazione (anche se formalmente non più definibile come pensione di reversibilità) spetti anche se il coniuge è morto prima di andare in pensione. In questo caso, si parla di pensione indiretta.
Per ottenere la pensione indiretta, il defunto deve aver maturato almeno quindici anni di contributi. O in alternativa cinque anni, di cui almeno tre nell’ultimo quinquennio. La quota della pensione indiretta, come quella di reversibilità, varia in base alla presenza di figli. Arriva al 60% per il coniuge solo. Passa all’80% per il coniuge con un figlio. E arriva fino al 100% per il coniuge con due o più figli. Bisogna però calcolare l’importo che non può essere pari allo stipendio.
La pensione indiretta è proprio come una pensione e quindi va calcolata come percentuale della prestazione previdenziale che il lavoratore avrebbe percepito se fosse andato in pensione subito prima di morire. Con tutte e due le pensioni ai superstiti, il reddito del superstite può determinare una riduzione o una cancellazione del beneficio. Esistono delle soglie di reddito stabilite annualmente che, se superate, comportano il taglio all’assegno.
Clamorosa decisione da parte di Piersilvio Berlusconi per Mediaset: sta per cambiare tutto, ecco cosa…
Pesantissima sanzione per il calciatore ed arrivano i retroscena: spunta anche il precedente molto più…
Sembrano essere passate sotto traccia le modifiche operate alla tassazione su un bene d'investimento: la…
Dice Salvini oggi: "Fare scioperi selvaggi, senza garantire fasce di garanzia significa danneggiare il Paese.…
Se volete perdere peso con la pasta basta seguire la dieta adatta e preparare un…
"L'ho trovata impiccata. Era in ginocchio tutta legata, ma una bambina come fa a legarsi…