
Come andare in pensione con 15 anni di contributi - blitzquotidiano.it
Andare in pensione con soli 15 anni di contributi è possibile, ma richiede requisiti specifici. Ecco tutto quello che c’è da sapere.
Il tema delle pensioni è da sempre al centro del dibattito sociale ed economico in Italia. La possibilità di andare in pensione con soli 15 anni di contributi è una questione che merita di essere approfondita, poiché suscita non poche curiosità e, spesso, anche preoccupazioni tra i lavoratori. È fondamentale comprendere quali sono i requisiti necessari per accedere a questa forma di pensionamento e, soprattutto, a quale importo mensile si può aspirare.
I requisiti per la pensione con 15 anni di contributi
In primo luogo, è importante chiarire che non tutti possono accedere alla pensione con soli 15 anni di contributi. Questa opportunità è riservata a una ristretta categoria di lavoratori che rientrano nelle cosiddette deroghe Amato. Queste deroghe, introdotte con la legge 335 del 1995, consentono a chi ha almeno 15 anni di contributi versati entro il 31 dicembre 1992 di accedere alla pensione anticipata. In alternativa, possono beneficiare di questa misura anche i lavoratori che hanno ricevuto l’autorizzazione dall’INPS per la prosecuzione volontaria dei contributi entro la stessa data.
In aggiunta, un’altra categoria di lavoratori che può accedere a questa pensione è quella degli iscritti a enti previdenziali con almeno 25 anni di contributi versati, ma con almeno 10 anni di versamenti che siano inferiori a 52 settimane. Tuttavia, la realtà è che i lavoratori che soddisfano questi requisiti sono estremamente rari, rendendo questa opportunità quasi un’eccezione piuttosto che una regola.

Per la maggior parte dei lavoratori che non raggiungono i 20 anni di contribuzione, l’unica via d’uscita è quella della pensione di vecchiaia, che può essere ottenuta a partire dai 71 anni di età, richiedendo però soltanto 5 anni di contributi versati dal 1° gennaio 1996. Questa possibilità, sebbene più accessibile, non offre certo la tranquillità economica che molti si augurerebbero, soprattutto considerando che il sistema previdenziale italiano è caratterizzato da un montante contributivo che incide notevolmente sull’importo finale dell’assegno pensionistico.
L’importo della pensione: cosa aspettarsi?
Un aspetto cruciale da considerare è che, più sono pochi gli anni di contributi versati, minore sarà l’importo dell’assegno pensionistico. Il calcolo della pensione avviene attraverso un sistema contributivo, dove il montante accumulato viene moltiplicato per un coefficiente di trasformazione legato all’età di uscita dal lavoro. In parole semplici, se un lavoratore ha versato contributi per soli 15 anni, il suo assegno pensionistico sarà drasticamente inferiore rispetto a chi ha lavorato e versato contributi per un periodo maggiore.
In media, coloro che riescono a ritirarsi con soli 15 anni di contributi possono aspettarsi un importo che varia tra i 400 e i 600 euro al mese, a seconda del reddito medio percepito durante la carriera lavorativa. Tuttavia, arrivare a percepire anche 800 o 1.000 euro mensili potrebbe essere un’impresa impossibile, a meno che il lavoratore non abbia goduto di un salario molto alto per un breve periodo. La differenza tra stipendio e pensione, pertanto, può risultare veramente significativa, creando non poche difficoltà economiche.
In un contesto in cui le pensioni sono sempre più basse rispetto agli stipendi, è fondamentale per i lavoratori attuali e futuri riflettere attentamente sulle proprie scelte lavorative e previdenziali. L’importanza di un piano pensionistico adeguato non può essere sottovalutata. Per chi è ancora giovane, è consigliabile iniziare a pensare a come accumulare contributi sufficienti per garantire un futuro sereno.