ROMA – Pensioni. “2/3mila lordi non sono d’oro”, Damiano, Pd. Ma il 15% di Cottarelli… Non è ancora chiaro in che misura e soprattutto su chi inciderà la scure del commissario alla spending review Carlo Cottarelli in tema di pensioni e contributo di solidarietà. Preoccupa in particolare l’indicazione esplicita di un “15% di pensioni più alte” aggredibili: sono quelle oltre i 2.000 euro mensili ma la soglia a rischio potrebbe anche essere più bassa tenendo conto che l’82,7% dei trattamenti Inps è sotto i 1.500 euro. Un elastico percentuale che apre scenari poco rassicuranti per i pensionati che non sono toccati dagli sconti fiscali del piano Renzi e già alle prese con la mancata indicizzazione degli assegni previdenziali.
Dal primo gennaio di quest’anno già esiste un contributo di solidarietà del 6% che scatta per gli assegni superiori a 6.936 euro, 12% sopra i 9.908 euro e 18% oltre i 14.862 euro. L’intenzione era quella di colpire le cosiddette pensioni d’oro. La misura annunciata da Cottarelli, invece, andrebbe a colpire anche le pensioni «d’argento» e quelle di «bronzo». I sindacati hanno già protestato per le indicazioni emerse dalla spending review (“ci considerano cittadini di serie B”).
Anche nell’area di Governo ci sono posizioni e sensibilità diverse. Il vice di Renzi, il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio Graziano Del Rio ha ribadito oggi in un’intervista televisiva che “il tema di un contributo straordinario da parte di chi guadagna molto e prende una pensione robusta c’è, esiste l’ipotesi e sta per essere affinata”. L’ex ministro Cesare Damiano, Pd, mette invece un altolà alla tassazione delle pensioni medie, considerando che 2/3 mila euro lordi non possono in nessun modo essere definite “pensioni d’oro”:
Dai benefici previsti rimangono esclusi i pensionati: occorrerà che il Governo preveda di aprire un tavolo di confronto con i sindacati sul tema delle indicizzazioni. Al tempo stesso, non vorremo che nella spending review di Cottarelli spuntassero proposte insostenibili di tassazione delle pensioni medie. Non sarebbe coerente, da una parte, valorizzare le retribuzioni e, dall’altra, penalizzare i pensionati. Anche i consumi subirebbero una compressione annullando i benefici economico-sociali della manovra prevista da Renzi. Bisogna comprendere che 2.000/3.000 euro mensili non hanno niente a che vedere con le cosiddette”pensioni d’oro”. (Cesare Damiano, Pd)
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