Pensioni sopra i 4mila euro salve per l’estate: legge Di Maio non ancora scritta

Pensioni sopra i 4mila euro salve per l'estate: legge Di Maio non ancora scritta
Pensioni sopra i 4mila euro salve per l’estate: legge Di Maio non ancora scritta

ROMA – Dove è finito il taglio delle pensioni che Luigi Di Maio ha battezzato d’oro ma che in realtà sono soltanto pensioni alte di importo (si è scesi fino a mettere nel mirino i 4mila euro netti mensili)? [App di Blitzquotidiano, gratis, clicca qui,- Ladyblitz clicca qui –Cronaca Oggi, App on Google Play] Che fine ha fatto il giuramento di Di Maio di dare una sforbiciata agli assegni più alti? Si era detto sopra i 5 mila euro, poi 4mila, attraverso il ricalcolo dei contributi chi avesse versato meno di quanto effettivamente percepito avrebbe pagato.

“C’è un’Italia che prende da anni ingiustamente una pensione d’oro e farà anche quest’anno vacanze da nababbi. Non sarà più così”, minacciava Di Maio il 23 giugno. Di misure reali però non ce n’è traccia nel decreto dignità, così come nel decreto milleproroghe, neanche di quota 100 per abbassare l’età pensionabile. Il governo è già alle prese con la ricerca delle coperture per la prossima legge di Bilancio.

Si ragiona sull’opportunità di accompagnare o meno la manovra con un decreto fiscale collegato, come accaduto lo scorso anno ad esempio, per anticipare l’entrata in vigore di alcune misure. Il veicolo sarebbe peraltro il più adatto se si decidesse, e la Lega rimane in pressing in questo senso, di far partire subito la ‘pace fiscale’.

La discussione nel governo è già iniziata, il ministro dell’Economia media tra M5S e Lega, flat tax e reddito di cittadinanza sono punti in agenda. Sulle grandi opere i due alleati litigano, sulle pensioni no, l’estate lascerà indenni quelle alte rendendo chiaro che intervenire ancora sulla legge Fornero non sarà semplice e scontato nemmeno in autunno.

Altre sono le preoccupazioni urgenti: tagliare gli sconti fiscali in modo selettivo, partendo ad esempio quelli che hanno impatto negativo sull’ambiente, oppure in modo lineare, riducendo la percentuale dello sconto oggi al 19%.

Ma anche spingere ancora sulla spending review, anche se i margini sono oramai ristretti, o virare sul ‘congelamento’ della spesa corrente. O ancora, estrema ratio, sterilizzare solo in parte le clausole di salvaguardia, per poter utilizzare parte del gettito aggiuntivo dell’Iva per attuare il contratto gialloverde.

 

Gestione cookie