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Pensioni a 67 anni, Banca d’Italia e Corte dei Conti all’unisono: no retromarce sull’età

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Pensioni a 67 anni, Banca d’Italia e Corte dei Conti all’unisono: no retromarce sull’età

ROMA – Pensioni a 67 anni, Banca d’Italia e Corte dei Conti all’unisono: no retromarce sull’età. Mentre i sindacati, i partiti tutti, in parte il Governo studiano il modo di rinviare o derogare all’innalzamento automatico dell’età pensionabile a 67 anni nel 2019, introdotto dalla riforma Fornero che lo lega all’aumentare dell’aspettativa di vita, chi per mestiere e obbligo istituzionale si occupa di conti pubblici, cerca di frenare facili entusiasmi che comprometterebbero i difficili equilibri di finanza pubblica.

I rappresentanti di Banca d’Italia e Corte dei Conti, auditi in Parlamento, lo hanno ribadito chiaramente ai parlamentari: un sì è possibile solo ad aggiustamenti mirati a tutelare situazioni di effettivo disagio, ma l’impianto normativo non si deve toccare.

Banca d’Italia: “Non fare passi indietro”. “Nel lungo periodo la sostenibilità delle finanze pubbliche poggia, in larga misura, sulle riforme pensionistiche introdotte in passato, che assicurano una dinamica della spesa gestibile nonostante l’invecchiamento della popolazione. E’ importante non fare passi indietro”. Lo ha detto Luigi Federico Signorini, vicedirettore generale di Bankitalia, in audizione sulla legge di bilancio alle Commissioni Bilancio di Camera e Senato.

“La necessità di mantenere, preservare, difendere l’equilibrio pensionistico” di lungo periodo “è una priorità assoluta. Questo non vuol dire che non ci possano essere aggiustamenti su singoli casi” ma “l’importante è preservare la stabilità complessiva”. Lo ha precisato il vice direttore generale della Banca d’Italia Luigi Federico Signorini rispondendo alle domande di deputati e senatori nel corso dell’audizione sulla manovra. Le riforme del sistema sono questione “chiave” nella valutazione dei conti pubblici.

Corte dei Conti: “Legare ritocchi a effettivi disagi”. “Ai fini della tutela degli equilibri di fondo della finanza pubblica gli interventi al margine del sistema pensionistico” devono essere “disegnati in maniera tale da limitare la platea dei destinatari alle situazioni di effettivo disagio, anche per minimizzare gli ovvi effetti di frammentazione che finiscono per produrre”. Così il presidente della Corte dei Conti Arturo Martucci di Scarfizzi, sottolineando dall’altro lato che le misure, come l’Ape social, vanno articolate “nel modo più chiaro possibile per favorirne la celere implementazione”.

 

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