Pensioni, allarme Cgil: “Centinaia di migliaia di esodati rischiano”

Pubblicato il 21 Febbraio 2012 - 20:04 OLTRE 6 MESI FA

ROMA – La Cgil non molla il dossier pensioni, che definisce ''negate'' per centinaia di migliaia di persone. Tra ''esodati'' e ''ricongiunzione onerosa'' per il sindacato, infatti, si potrebbe creare ''un'emergenza sociale'' che porterebbe anche a mobilitazioni, magari con Cisl e Uil.

La questione che riguarda, come sintetizza il segretario confederale, Vera Lamonica, ''esodati e dintorni'' e' complessa. Si tratta di tutelare, per la Cgil, tutti i lavoratori che hanno concordato, entro il 2011, di uscire dall'azienda tramite accordi individuali e collettivi (che possono passare per mobilita' o per esodi incentivati e altre diverse forme di accompagnamento alla pensione). Il sindacato chiede che i requisiti pensionistici possano essere congelati per tutti, mentre la manovra pone dei limiti alla derogabilita'. E le modifiche introdotte nel milleproroghe sono per Lamonica ''peggiorative''. Di certo entro giugno, il governo deve intervenire per definire il tetto di risorse e il numero dei lavoratori che potra' avvalersi delle vecchie regole. Il pericolo, per la Cgil, e' che molti vengano lasciati fuori. Secondo il sindacato, inoltre, i numeri circolati (65 mila lavoratori da tutelare) sono ''sottostimati'', visto che si tratta ''di centinaia di migliaia'' di persone a rischio ''ne' salario ne' pensione''. Ecco alcuni numeri su accordi che per potere essere mantenuti aspettano di avere una garanzia: Agile Eutelia (386), Alenia (747), Irisbus (sicuri 400), Fiat Termini Imerese (640), Fincantieri (1.240), Selex Elsad (230), Whirlpool (495). Sono cosi' solo nel settore metalmeccanico circa 4.390 i lavoratori a rischio. E ancora nel comparto farmaceutico si trovano Sanofi (460) e Sigma Tau (569); la Cgil ricorda anche i 2 mila esodi individuali di Poste.

L'altro fronte su cui il sindacato attacca il ministro del Welfare Elsa Fornero, e' la ricongiunzione onerosa delle contribuzioni versate a fondi diversi dall'Inps. Per la Cgil e' ''un furto legalizzato'', per cui dal 2010 ''un lavoratore che ha versato a piu' casse deve ripagarsi tutti i contributi degli anni delle gestioni non Inps, con cifre assurde''. A riguardo la Cgil, insieme a Cisl e Uil, fa sapere di avere chiesto un incontro con Fornero, ma di non aver ancora ricevuto una risposa per la convocazione' e , sottolinea, se non ci sara' una soluzione sara' percorsa la via legale, attraverso cause individuali.