Pensioni: contributivo, quota 100…Scontro totale: sindacati vs governo

ROMA – Il limite dei 40 anni di contributi “non si tocca”: i sindacati fanno fronte comune contro le ipotesi di riforma delle pensioni. E se le barricate della Cgil erano in qualche modo prevedibili, stupiscono le posizioni della Cisl. Ha cominciato la Cgil, per bocca della segretaria confederale Vera Lamonica: “Se fossero vere le notizie anticipate dalla stampa riguardo alle misure sulle pensioni, ci troveremmo di fronte a provvedimenti inaccettabili”. Ha proseguito Raffaele Bonanni della Cisl: “Monti ci convochi”, “è inaccettabile che non ci sia un confronto”. E stavolta i sindacalisti trovano sponda nei partiti, specie nel Pd. Enrico Morando si è detto poco o per nulla convinto dell’ipotesi di toccare gli anni contributivi: “Meglio un contributivo pro rata per tutti”. Nicola Latorre ha sottolineato che i sindacati farebbero bene a essere preoccupati se “le indiscrezioni fossero confermate”. Sempre Latorre ha proposto una soluzione alternativa: “Mantenere l’attuale schema, inserendo dei disincentivi per chi decide di andare in pensione prima”.

Insomma, ognuno sembra avere una propria ricetta: l’unità (politica e sociale) tanto auspicata col l’avvento del governo Monti sembra ancora parecchio lontana.

Allora, andiamo a rivedere quali sono le misure su cui si è acceso lo scontro. Secondo quanto scrive il Sole 24 Ore, l’ipotesi dell’ultima ora prevede una rimodulazione della “quota 100” (somma di età anagrafica e anni contributivi del lavoratore). Questo provvedimento, sommato agli altri, dovrebbe portare, secondo i calcoli del governo, dai 5 ai 7 miliardi di euro nelle casse statali.

Blocco delle anzianità

Secondo Il Sole 24 Ore le previsioni dell’ultima ora indicano un doppio intervento per frenare i pensionamenti anticipati sia sul canale delle «quote» sia su quello dei 40 anni di versamenti. Nel primo caso si introdurrebbe un aumento del requisito a «quota 100», da fare in soluzione unica o al massimo entro il 2015, in modo tale da frenare chi matura i 35-36 anni di contributi nei prossimi anni. In pratica, si andrebbe in pensione con 40 anni di contributi solo se si fossero raggiunti i 60 di età (oggi basta avere 40 anni di contributi, e l’età non c’entra).

L’altra via prevede l’introduzione del vincolo anagrafico dei 60 anni per l’uscita anticipata oppure l’aumento di qualche anno di versamenti, per arrivare a 41 o 43. In quest’ultimo caso gli anni di lavoro (e versamenti contributivi) in più continuerebbero a valere sul conteggio complessivo ai fini del calcolo del futuro assegno pensionistico.

Pensioni delle donne nel privato

Secondo Il Sole 24 Ore, l’aumento a 65 anni dell’età per il pensionamento di vecchiaia delle lavoratrici del settore privato è destinato ad essere nuovamente accelerato. Mancherebbe solo la scelta del Governo sulle opzioni possibili che, secondo le ultime indiscrezioni sarebbe tra una scalettatura di cinque o nove anni, partendo dal 2012. Nel primo caso il requisito potrebbe arrivare a regime nel 2016, nel secondo caso nel 2020, sei anni prima di quanto previsto dalla legislazione vigente.

Stop perequazioni

Secondo Il Sole 24 Ore, l’adeguamento automatico delle pensioni vigenti all’inflazione nei prossimi due anni sarà parzialmente bloccato per gli assegni più ricchi. Tra le ipotesi ci sarebbe l’estensione di questo blocco a tutti gli assegni salvo i trattamenti minimi.

Contributi più pesanti

Secondo il Sole, un’altra ipotesi prevede un aumento dell’aliquota contributiva di artigiani e commercianti (attualmente compresa tra il 20 e il 21%). L’aumento potrebbe essere di un solo punto percentuale. Ma per questi professionisti potrebbe andare anche peggio: in Parlamento esistono proposte per arrivare a un’aliquota unica al 27% per tutti i lavoratori.

Contributivo per tutti

Dall’1 gennaio 2012 tutti i lavoratori dovrebbero passare al sistema contributivo. Attualmente godono del regime retributivo coloro che avevano raggiunto i 18 anni di versamenti nel 1995 (riforma Dini). Gli anni successivi sono stati calcolati con il contributivo e i precedenti con il criterio retributivo. È già totalmente contributivo il sistema di calcolo per chi è stato assunto dal 1996 in avanti.

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