ROMA – Pensioni: con 42 anni e 1 mese di contributi resuscita quella di anzianità. La riforma Fornero fu in qualche modo storica perché di fatto aboliva le pensioni di anzianità. Cioè, dopo 40 anni di contributi, nel frattempo aggiornati a 42 e un mese da Tremonti, si poteva liberamente accedere alla pensione senza altri requisiti. Con la legge Fornero, invece, fu introdotto il principio secondo cui per andare in pensione non bastava il requisito contributivo (42 anni): per ottenere l’assegno dell’Inps da allora in poi bisognava avere anche 62 anni di età.
Un emendamento alla legge di Stabilità a firma Pd (Gnecchi) approvato ieri alla Commissione Bilancio della Camera, con molto meno clamore storico, di fatto ripristina lo status quo ante-Fornero e resuscita la “pensione di vecchiaia anticipata”, cioè la pensione di anzianità contributiva. Con 42 anni e un mese, anche prima dei 62 anni si potrà andare in pensione. Senza cioè le penalizzazioni previsti dalla legge Fornero.
Se si voleva andare prima dei 62 anni anagrafici si doveva accettare un taglio all’assegno pari all’1 per cento per ciascuno dei primi due anni e del 2 per cento per i successivi (per 4 anni di anticipo si «pagava» il 6 per cento). Con l’emendamento approvato ieri si torna alla situazione pre Fornero, rimasta in vigore dal 1° gennaio del 2012 al 1° gennaio del 2015: con 42 anni e 1 mese di contributi si va liberamente in pensione e senza penalità. (Roberto Petrini, La Repubblica)
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