Pensioni. Contributivo per tutti: assegni più leggeri, ma di quanto?

ROMA – In attesa che il Governo giochi le sue carte sul delicato tavolo delle pensioni, si dà per imminente il passaggio per tutti al sistema contributivo. Varrà per tutti sì, ma a partire dai versamenti futuri cioè per la contribuzione effettuata a partire dal primo gennaio 2012. Al di là degli anni e dei contributi accumulati al dicembre ’95 (riforma Dini). Ma esattamente quanto peserà l’assegno di chi lascia all’età di 59 anni con 40 anni di contributi? Quanto costerà la riduzione attesa? E’ un calcolo complicato, tra coefficienti, tetti, interessi, aliquote. Domenico Comegna sul Corriere della Sera ha proposto delle simulazioni che ci aiutano a orientarci e azzardare qualche cifra.

Un lavoratore dipendente (diciamo un impiegato) che attualmente ha 35 anni di impiego e una retribuzione di 30 mila euro, perderà 52 euro mensili se deciderà di andare in pensione fra 5 anni, una volta raggiunti, cioè, i 40 anni di contributi. Se avesse maturato invece 37 anni al 31 dicembre di quest’anno, la perdita sarebbe contenuta a 32 euro. Fossero già oggi (al 31 dicembre) 39 gli anni di contributi, la riduzione non arriverebbe a 10 euro. Nel caso di un funzionario con 70 mila euro di stipendio, alle stesse condizioni prese ad esame per un impiegato, vedrebbe ridotto il suo assegno mensile da pensionato, rispettivamente di 78 euro (35 anni di contributi), 42 euro (37 anni di contributi) 25 euro (39 anni di contributi).

Insomma si imporrebbe il principio per cui chi prima esce dal lavoro meno prende di pensione. “Il sistema contributivo funziona come un libretto di risparmio”: azienda e impiegato accantonano il 33% dello stipendio (gli autonomi il 20%) che viene capitalizzato a un tasso di interesse legato al Pil e all’inflazione. Quando giunge l’ora della pensione, al montante contributivo viene applicato un coefficiente legato all’età del pensionando. Aumenta cioè all’aumentare dell’età. Per cui se si sceglie di uscire a 60 anni il coefficiente calcolato è del 4,798%. A 62 anni è del 5,093%. Arriva al 5,620 a 65 anni.

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