Pensioni, contributo solidarietà: oggi, martedì 5 luglio, la Corte costituzionale esamina il ricorso contro il contributo di “solidarietà” imposto dal mai rimpianto Governo Letta e già bocciato dalla stessa Corte. Il Governo Renzi difende l’azione ingiusta del predecessore Enrico Letta e l’Avvocatura prepara la difesa insistendo sul carattere temporaneo del provvedimento e soprattutto sulla solidarietà intergenerazionale. Saranno questi i due principali argomenti su cui farà leva l’Avvocatura dello Stato nel difendere il provvedimento sul contributo di solidarietà sulle pensioni oltre i 91mila euro varato dal governo Letta con la legge di stabilità 2014 che martedì prossimo passerà all’esame della Corte Costituzionale.
L’Avvocatura punterà a sostenere che il precedente prelievo di solidarietà – già bocciato dalla Consulta nel 2013 – aveva carattere strutturale, mentre quello successivo è stato un intervento di carattere temporaneo della durata di tre anni. L’altro aspetto che verrà messo in evidenza sarà quello dell’obiettivo di solidarietà intergenerazionale tra categorie di pensionati ad alto reddito e giovani a basso reddito che rischiano di vedere fin d’ora compromesso il diritto alla pensione.
Un aspetto di grande attualità e presa, anche nel mutato clima generale rispetto a tre anni fa. Il rispetto degli impegni con l’Ue e la necessità di una valutazione di sistema, in un’ottica generale che tenga conto delle diverse esigenze, saranno tra gli altri punti presi in esame.
Le questioni di costituzionalità sollevate nei ricorsi riguardano vari articoli della Costituzione e tra questi l’art. 3 sull’uguaglianza di tutti i cittadini, il 35 e il 36 sulla tutela al lavoro e sulla retribuzione proporzionata e dignitosa, il 38 sul diritto dei lavoratori a ricevere mezzi adeguati in caso di infortunio, malattia e vecchiaia; il 53 sul dovere di tutti di concorrere alla spese pubbliche in ragione della propria capacità contributiva, l’81 sull’equilibrio del bilancio dello Stato.
Il collegio di 15 giudici costituzionali che dovrà valutarle potrebbe non essere al completo per l’assenza di Giuseppe Frigo e di Alessandro Barbera, che non stanno presenziando tutte le udienze, il primo per motivi di salute, il secondo per questioni legate a una vicenda giudiziaria in via di definizione. L’udienza del 5 luglio era in un primo tempo calendarizzata per il 21 giugno, ma la trattazione di sei delle cause è stata spostata a martedì 5, mentre altre due a ruolo sono state rinviate a data da definire: si tratta di due questioni analoghe sollevate dalla Commissione giurisdizionale per il personale della Camera.