ROMA – “Dopo 50 anni di lavoro prendo solo 900 euro al mese di pensione”, si è lamentata la popolare cantante Orietta Berti. Le fa eco, più drammaticamente, il collega di spettacolo Leopoldo Mastelloni: “Dopo 50 anni di lavoro e di contributi prendo 625 euro di pensione al mese. Se non avessi degli amici che mi aiutano a pagare l’affitto, prenderei 40 pillole di sonnifero e me andrei via: ci penso sempre più spesso a farla finita”.
Due situazioni diverse (la Berti ha parzialmente rettificato, chiarendo che non ha difficoltà economiche di nessun tipo) accomunate da un tratto evidente comune: se i contributi li hanno regolarmente versati, qualcun altro, ovvero i sostituti d’imposta con cui hanno avuto a che fare nella loro lunga carriera, non lo ha fatto. Il Mattino di Napoli ha raccolto lo sfogo accorato di Mastelloni.
Purtroppo io ho saputo solo quando sono andato in pensione che questa sarebbe stata calcolata sugli ultimi tre anni di contributi, che nel caso mio e di chi fa il mio mestiere sono chiaramente scarsi, perché gli impegni e le chiamate con l’età si diradano. Eppure io ho fatto i miei primi versamenti nel 1965 e dal 1968 per un lunghissimo periodo lavorando in Rai ho versato tramite loro moltissimi contributi. Ed è mai possibile che mi debba trovare in condizioni di indigenza? Che me ne faccio allora di essere considerato un maestro del teatro? Vorrei meno onorificenze e più soldi francamente. (Il Mattino).