ROMA – Pensioni d’ufficio a 62 anni agli statali, quota 96 prof intrappolati. Ok Camera. Primo via libera della Camera al decreto legge Madia sulla Pubblica Amministrazione (è stata posta la fiducia, 286 sì, 132 no, due astenuti): ora il dl passa al Senato e, pena il decadimento, deve essere convertito in legge entro il 24 agosto. Il dl introduce le pensioni d’ufficio a 62 anni con il massimo dei contributi, la cancellazione del trattenimento in servizio, la mobilità obbligatoria (entro 50 km, escluso chi ha figli sotto i tre anni), il “salvataggio” a quota 96 per pensionare 4mila professori delle scuole (i cosiddetti “intrappolati“).
In pensione a 62 anni. Il pensionamento d’ufficio vale anche per i dirigenti a 62 anni, con il massimo dei contributi (42 anni e 6 mesi per gli uomini e 41 anni e 6 mesi per le donne). Per i dirigenti medici l’asticella sale a 65 anni. Arriva a 68 anni per i primari e i professori universitari. Per questi ultimi, però, il pensionamento non può scattare prima della conclusione dell’anno accademico nel quale il docente ha compiuto 68 anni. L’ateneo deve, però, assumere un nuovo professore.
Trattenimenti in scadenza a ottobre. Cancellati i trattenimenti in servizio. Quelli in corso sono salvi fino al 31 ottobre. Per i magistrati la deadline scadrà il 31 dicembre 2015 per tutelare gli uffici giudiziari. Durante l’esame in sede referente è stato introdotto un comma ad hoc in base al quale i trattenimenti in servizio del personale della scuola sono fatti salvi fino al 31 agosto in considerazione del loro pensionamento, che scatta a settembre.
Salvi 4mila insegnanti. Il Dl Madia ripristina «Quota96» per consentire di pensionare a settembre, con le regole pre-Fornero, circa 4mila docenti, che se la misura diventerà legge dovranno fare domanda all’Inps. Ma si vedranno posticipare la liquidazione della buonauscita al momento in cui sarebbero dovuti andare in pensione in base alle regole attuali. È però scontro sulle coperture con il Mef e la norma è in bilico al Senato (è di ieri l’uscita polemica del commissario Cottarelli che, proprio a partire da questo provvedimento, denuncia che i tagli della spending review servono a fare altra spesa pubblica e non a ridurre le tasse).
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