Un certificato aggiornato mostra di quanto e come si incrementano le pensioni con le novità introdotte nel 2024: come ottenerlo.
Grazie a un certificato da richiedere all’INPS è possibile avere contezza di tutte le principali informazioni sulle pensioni in pagamento, a partire dai dati sugli importi mensili lordi e netti, sulle ritenute erariali, le trattenute e i contributi di solidarietà. Inoltre, è anche possibile conoscere con precisione fino a che punto i trattamenti previdenziali sono aumentati o potrebbero aumentare.
Il certificato in questione fornisce dunque un dettaglio su importi e variazioni delle prestazioni pensionistiche, includendo informazioni su tredicesime, trattenute fiscali e detrazioni di imposta applicate. E non è tutto, poiché grazie a tale modello gli aventi diritto possono anche essere aggiornati a proposito delle norme sull’incumulabilità e sui vari obblighi di comunicazione di variazioni all’istituto.
Tale strumento è disponibile dal 2021 in formato dinamico e aggiornabile e comprende anche versioni storiche degli ultimi cinque anni. La novità principale relativa all’anno in corso è la presenza di dati che rivelano al contribuente informazioni dettagliate sugli aumenti per adeguamento al costo della vita e previsioni rispetto alla possibilità di accedere a canali di uscita anticipati per la pensione come quota 103.
Richiedendo il certificato accessibile online è quindi abbastanza semplice capire di quanto incrementano le pensioni per via degli adeguamenti disposti dal Governo. Il modello, noto come ObisM, è richiedibile sul sito dell’istituto. Per trovarlo bisogna navigare nella sezione dedicata al fascicolo previdenziale del cittadino, sfruttando le solite credenziali digitali per l’identificazione (SPID, CIE…). Chi avesse difficoltà a consultarlo in autonomia, può rivolgersi senza problemi a un CAF.
Il modello ObisM non è altro che il certificato di pensione rilasciato dall’INPS a tutti i pensionati con cadenza annuale. Un documento che riassume le più importanti notizie relative al trattamento previdenziale e al suo pagamento. Nel modello sono dunque riportati i dati anagrafici del pensionato e la sede INPS di gestione. Ci sono poi dati sulla categoria e il numero di certificato e sull’importo percepito mensilmente.
Sono inseriti anche i dati dell’eventuale rappresentante legale del contribuente e dettagli relativi alla tredicesima, alle imposte versate e alle detrazioni presenti. Poi c’è un dato relativo all’eventuale aumento annuale dovuto alla perequazione automatica. E per il 2024, come riportato da una circolare INPS del maggio scorso, è stata messa in atto una perequazione automatica in linea con l’attuale andamento dell’inflazione. Di base, per l’adeguamento delle pensioni al costo della vita.
La perequazione, infatti, non è altro che la rivalutazione annuale degli importi dei trattamenti pensionistici in base al carovita. Va considerata come lo strumento principale per il mantenimento del potere d’acquisto delle pensioni, ovvero un aggiornamento utile a rendere il trattamento valido nel corso degli anni, nonostante la svalutazione.
Il certificato aggiornato delle pensioni indica quindi il trend con cui si incrementano i trattamenti dopo la rivalutazione ISTAT. Per quest’anno, per le pensioni fino a 2,272,76 euro è arrivato un aumento effettivo pari al 5,4% dell’assegno. Invece, per le pensioni da 2,271,76 a 2.839,70 euro l’aumento effettivo è stato pari al 4,59%.
Per la cifra precisa applicata al proprio assegno bisogna consultare il modello. Per i trattamenti pensionistici complessivamente superiori a dieci volte il trattamento minimo INPS ci sono state brutte sorprese: la rivalutazione è infatti scesa dal 32% al 22%.
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