Pensioni di invalidità, “regalo” di Natale dell’Inps: la circolare 149 del 28/12

Pensioni di invalidità, “regalo” di Natale dell’Inps: la circolare 149 del 28/12

ROMA – La data è di quelle sospette: 28 dicembre. In quei giorni sono quasi tutti in vacanza, la testa al cenone di Capodanno e gli organi interni ancora sovraccarichi per il pranzo di Natale. È il momento in cui la politica nazionale e locale approva bilanci e leggi che andrebbero passate ai raggi X e che invece passano senza far rumore. In quel giorno l’Inps ha emanato una circolare, la 149 del 28 dicembre 2012, dall’ambiguo titolo “Rivalutazione delle pensioni”. Al punto 1.3 non si rivaluta niente, infatti, anzi:

1.3 Limiti di reddito ai fini della liquidazione della pensione agli orfani maggiorenni inabili di dipendenti o pensionati pubblici avente decorrenza dal 17 agosto 1995. 

Per l’anno 2013 il limite di reddito per essere considerati “a carico”, ai fini della concessione del trattamento pensionistico agli orfani maggiorenni inabili di dipendenti o pensionati pubblici, è pari all’importo annuo di € 16.127,30.

Tanto si comunica, atteso che per l’accertamento del requisito del “carico”, ai fini della liquidazione della pensione ai superstiti, a decorrere dal 1° novembre 2000 è utilizzato il criterio stabilito per il riconoscimento del diritto a pensione nei confronti degli invalidi civili totali.

Cosa significa? Che un disabile, se è in una famiglia nella quale entrino poco più di 1000 euro lordi al mese (circa 700 euro al netto delle tasse) non ha diritto a un assegno di invalidità, che, ricordiamolo, ammonta nel caso specifico a 275,87 euro al mese. Scrive Marina Palumbo su La Stampa:

“Tanto per capirci, significa che se uno dei due è steso in un letto attaccato a un respiratore e l’altro guadagna intorno ai mille euro al mese, che togliendo le tasse diventano circa settecento, beh, con questa cifra possono e devono cavarsela a vivere tutto il mese in due. Affitto, bollette eccetera compresi”.

La novità, il regalo di Natale dell’Inps è destinato a quei disabili che sono figli maggiorenni di dipendenti pubblici e che, avendo perso uno dei genitori, avevano diritto a una pensione di reversibilità pari a 275,87 euro mensili. Non riguarderà invece gli altri invalidi, compresi gli invalidi parziali.

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