Domandare, chiedere la risposta del sentir comune, della pubblica opinione, della gente, dei media, dei talk-show televisivi e di strada: come stiamo messi noi italiani a pensioni? La risposta sarà: poche, maledette e tardi. Poche le pensioni erogate? In Italia ogni 111 stipendi percepiti sono in pagamento 100 pensioni. Per chi non lo sapesse (pochi, i più proprio non lo vogliono sapere) dai contributi che vengono dagli stipendi in essere si dovrebbero pagare le pensioni in essere. La differenza, ed eccome se differenza c’è, ce la mette lo Stato, la cassa pubblica. Questa differenza tra entità dei contributi pagati e prestazioni erogate sta aumentando, aumentando, aumentando…Se ai pensionati Inps di sommano quelli da casse private si arriva a 106 al lavoro ogni 100 pensionati.
Sono già 29 su 107 le Province (la politica e il giornalismo amano tanto la parola territori) dove i pensionati sono più numerosi di coloro che sono al lavoro. Al sud di Italia ma non solo al Sud. Comunque campione è la Calabria, registra 100 pensioni pagate ogni 67 persone che lavorano. Eppure l’idea generale è che nulla importi o comunque significhi e comporti che i pensionati diventino sempre di più e i lavoratori in attività sempre di meno. Anzi la pulsione sociale e il cruccio politico è quello di mandare in pensione più gente possibile e il più presto possibile. Tanto la differenza tra contributi e pensioni ce la mette lo Stato…Adesso ce la mette in effetti, con le tasse. Che il sentir comune, la pubblica opinione, la gente, i media, i talk-show di strada e di tv ritengono insostenibili e marcate all’origine dal peccato di essere…tasse.
La crescente, montante differenza tra soldi versati per la Previdenza e soldi versati dalla Previdenza quindi non dalle tasse. E allora da dove? Dal diritto naturale alla pensione, garantito e finanziato dalla volontà popolare. La pensione come risorsa naturale inesauribile e pubblica, un po’come l’acqua e l’aria. La pensione come variabile indipendente dai contributi, dal bilancio, dalla cassa, dal numero dei lavoratori, dalla demografia, da tutto…A proposito di demografia, inquietante l’assonanza e l’interazione tra la diminuzione, irreversibile, del rapporto tra nascite e morti e la diminuzione del rapporto tra lavoratori in attività e pensioni erogate.
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