ROMA – Pensioni, potrete dire addio al lavoro 3 anni e 7 mesi prima. E’ questa la misura più importante nella previdenza che sarà introdotta nella prossima legge di bilancio. Misura per misura, ecco quali sono le partite ancora aperte. Anticipo pensionistico agevolato o su base volontaria, estensione della platea della cosiddetta quattordicesima per i pensionati a basso reddito, uscita con 41 anni di contributi per i lavoratori precoci che hanno svolto attività faticose: sono le misure principali che saranno introdotte nella prossima legge di bilancio insieme alla parificazione della no tax area tra pensionati e lavoratori dipendenti, al cumulo gratuito dei periodi contributivi e alla semplificazione nell’uscita dei lavoratori che hanno svolto attività usuranti.
Le partite aperte. Se governo e sindacati esprimono soddisfazione per l’indirizzo impresso al capitolo pensioni (“la prima volta da anni che ai pensionati si dà e non si prende”) restano alcune partite aperte. La prima è quella delle risorse che il governo intende impegnare: dei 6 miliardi in tre anni con andamento progressivo non sono definite le poste misura per misura. Il segretario della Cgil ha dichiarato che nella fase attuale di crisi “molte più cose e risorse sarebbero state necessarie”.
Chi potrà accedere all’Ape a costo zero? Il governo propone il bonus fiscale per finanziare l’anticipo dei lavoratori in condizioni svantaggiate con una pensione lorda sotto i 1.500 euro (1.200 ero netti), i sindacati insistono invece su un innalzamento della soglia almeno fino a 1.650 euro lordi (1.300 euro netti).
Precoci. Non convince i sindacati – e resta tema di discussione di un altro incontro previsto a ottobre prima del varo della legge di stabilità – la versione dell’Ape “aziendale” e quella “volontaria”: costa troppo ai lavoratori. Sui “precoci” i sindacati vogliono spuntare un anticipo più largo: via le penalizzazioni sull’accesso alla pensione prima di 62 anni ed esigono la garanzia di uscita dal lavoro con 41 anni di contributi per i disoccupati senza ammortizzatori sociali, disabili, occupati in attività particolarmente gravose, tutte categorie per le quali si chiede una definizione più ampia.
Ecco in sintesi le misure inserite nel verbale appena siglato tra Governo e sindacati nel quale si prevede una seconda fase per rendere “più equo e flessibile” il sistema di calcolo contributivo. Sono ancora da definire con precisione le platee dei lavoratori precoci che avranno diritto all’uscita anticipata e di coloro che avranno diritto a chiedere l’Ape agevolata.
APE, ANTICIPO PENSIONISTICO VOLONTARIO. Chi compie 63 anni e quindi è distante meno di 3 anni e sette mesi dall’età di vecchiaia potrà andare in pensione anticipata grazie al prestito pensionistico purché l’assegno maturato non sia inferiore a un certo limite (ancora da definire). L’Ape è esente da imposte ed è erogata mensilmente per 12 mensilità. Il costo per chi ha un lavoro e non rischia di perderlo (e quindi non rientra né nell’Ape agevolata né in quella sostenuta dalle imprese) potrebbe essere molto elevato con una rata che, secondo alcune stime,potrà sfiorare il 25% dell’importo della pensione per 20 anni nel caso di anticipo per la durata massima (vanno considerati oltre la restituzione del prestito, pari a circa il 5% l’anno, anche il tasso di interesse e il premio assicurativo). In caso di premorienza il capitale residuo sarà rimborsato dall’assicurazione e quindi non si rifletterà sulla pensione di reversibilità o sugli eredi. –
APE AGEVOLATA. Ci sarà un’Ape agevolata per alcune categorie (la platea non è definita ma dovrebbe includere i disoccupati senza ammortizzatori sociali, coloro che hanno esigenze di cura familiare, coloro che hanno svolto lavori gravosi ecc) con “trasferimenti monetari diretti volti a garantire un reddito ponte interamente a carico dello Stato per un ammontare prefissato”. Sulla platea e sull’ammontare del reddito ponte prosegue il confronto con i sindacati. –
APE E IMPRESE. Sarà possibile con un accordo tra le parti prevedere che l’impresa sostenga i costi dell’Ape “attraverso un versamento all’Inps di una contribuzione correlata alla retribuzione percepita prima della cessazione del rapporto di lavoro”. In questo modo si produce un “aumento della pensione tale da compensare gli oneri relativi alla concessione dell’Ape”.
PENSIONAMENTO ANTICIPATO CON PREVIDENZA COMPLEMENTARE, RITA. Il Governo si impegna a interventi fiscali per accrescere la flessibilità di utilizzo di questo strumento anche per l’uscita dal mercato del lavoro tramite una “rendita temporanea” (Rita) per il periodo che manca alla maturazione del diritto alla pensione.
AUMENTO PENSIONI BASSE, SI ESTENDE QUATTORDICESIMA. Il Governo punta a estendere la platea di coloro che percepiscono la ‘quattordicesima’ (ora circa 2,1 milioni di persone) incrementando anche l’importo per coloro che la percepiscono già. Si comprendono nel beneficio coloro che hanno un reddito personale complessivo personale, non solo pensionistico, tra 1,5 (circa 750 euro al mese) e due volte il minimo (circa 1.000). La platea secondo il Governo aumenterà di 1,2 milioni di persone. La quattordicesima vale tra i 336 euro (per chi ha meno di 15 anni di contributi) e 504 (per chi ne ha oltre 25 anni) ed è erogata una volta l’anno a luglio. Per chi ha già il beneficio l’incremento dell’importo dovrebbe essere pari a circa il 30%.
EQUIPARAZIONE NO TAX AREA PENSIONATI LAVORATORI DIPENDENTI. Si prevede l’aumento della detrazione di imposta (riconosciuta fino a 55.000 euro) per tutti i pensionati al fine di uniformare la loro no tax area a quella dei lavoratori dipendenti (8.125 euro).
PRECOCI IN PENSIONE PRIMA. Potranno uscire con 41 anni di contributi i lavoratori che hanno 12 mesi di contributi versati prima dei 19 anni nel caso abbiano svolto attività faticose, siano disoccupati senza ammortizzatori sociali o siano in condizioni di disabilità. Sono inoltre eliminate le prossime penalizzazioni sul trattamento pensionistico per coloro che escono prima dei 62 anni.
CUMULO GRATUITO PERIODI CONTRIBUTIVI. Si potranno cumulare i contributi previdenziali maturati in gestioni pensionistiche diverse, ivi inclusi i periodi di riscatto di laurea, sia ai fini della pensione di vecchiaia sia di quella anticipata. L’assegno pensionistico sarà calcolato pro rata con le regole di ciascuna gestione.-
USURANTI. E’ confermata anche l’intenzione di rendere più semplice (e anticipata) l’uscita per chi è stato impegnato a lungo in attività usuranti (almeno la metà della vita lavorativa) allargando le maglie delle attività considerate. Basterà aver svolto l’attività usurante per sette anni negli ultimi 10 di attività senza il vincolo che questa sia fatta nell’ultimo anno di lavoro.