ROMA – Il governo non interverrà sulle pensioni oltre i 2mila euro: il ministro del Lavoro e delle Politiche sociali, Giuliano Poletti, ha chiarito nell’aula della Camera che “l’intenzione” dell’esecutivo è “di non voler procedere in questa direzione”, né all’interno della spending review, né per quel che riguarda un eventuale intervento sul tema generale della previdenza, che comunque sarà fatto in sede di prossima legge di stabilità. E saranno governo e parlamento a decidere. Il ministro Poletti ha parlato rispondendo nel corso del question time ad una interrogazione di Forza Italia sulle “proposte di riforma del sistema pensionistico prefigurate dal presidente dell’Inps”, Tito Boeri.
Tra le opzioni citate, il ricalcolo di alcune pensioni, quelle che cioè hanno avuto un vantaggio dal sistema di calcolo retributivo e sono quindi più alte di quanto sarebbero state con l’attuale sistema contributivo. Nei giorni scorsi, Boeri aveva parlato della necessità di un intervento sulle “pensioni molto alte non giustificate dai contributi versati”, a cui poter chiedere di “dare qualcosa” per chi ha bisogno, in particolare nella fascia 55-65 anni, in una operazione di “equità”. Senza però entrare nel dettaglio delle cifre, che invece erano presenti nella proposta da lui sostenuta più di un anno fa sul sito ‘Lavoce.info‘.
“Per quanto concerne la riduzione delle pensioni superiori ai 2 mila euro, che è stata citata come una delle opzioni – è stato il passaggio della risposta di Poletti – il governo ha espresso chiaramente l’intenzione di non voler procedere in questa direzione”. Inoltre, “per quel che riguarda la valutazione rispetto alle posizioni espresse dal presidente dell’Inps”, il ministro ha sottolineato che l’Istituto “per le competenze che ha è sicuramente uno strumento importante a supporto dell’azione del Governo e del parlamento”. Quindi, “pensiamo che le elaborazioni siano interessanti, che possano essere preziose per il lavoro che, comunque – afferma – compete al governo e al parlamento”.
Per Forza Italia, “con poche battute e in pochi secondi il governo, per bocca del ministro Giuliano Poletti, ha smentito presidente Inps. E adesso che farà Boeri?”, ha scritto su Twitter il capogruppo a Montecitorio, Renato Brunetta. Mentre dal fronte sindacale, il segretario generale dello Spi-Cgil, Carla Cantone, ha commentato con un auspicio: “Speriamo che l’intenzione espressa dal ministro Poletti di non taglieggiare le pensioni da lavoro, quelle conquistate versando regolarmente i contributi, non sia poi smentita dai fatti”.
Comunque, come più volte affermato nelle ultime settimane dallo stesso Poletti, l’intenzione è di intervenire per mettere mano alla riforma Fornero e di introdurre maggiore flessibilità in uscita, ma di farlo nell’ambito della prossima legge di stabilità. Resta, intanto, aperta la questione degli esodati e degli esodandi. Sui primi, alla richiesta di una settima salvaguardia, il ministro risponde, sempre al question time, ribadendo che le risorse non utilizzate ma già stanziate per le sei salvaguardie saranno spese per “coprire” altri casi. Invece, per quanto riguarda chi è senza lavoro, è vicino alla pensione ma non ha ancora raggiunto i requisiti necessari, nonostante gli ammortizzatori sociali, Poletti conferma che questo tema “socialmente rilevante” è “all’attenzione del governo”, il quale sta valutando “le soluzioni previdenziali, assistenziali o sociali che possono coprire questa situazione”.